Un giorno del mese di giugno, nella mia casella di posta elettronica, trovai l’invito a partecipare a un campo diocesano delle famiglie ad Alghero, organizzato dall’Ufficio diocesano della pastorale familiare di Cagliari.
L’idea di andarci mi piacque subito poiché, come famiglia, non avevamo mai partecipato a un campo di questo tipo e il tema che si sarebbe trattato era molto interessante. A luglio abbiamo prenotato non sapendo effettivamente se saremmo andati. Arrivato il 25 agosto siamo partiti dal nostro paese, con le nostre due bimbe e, nel pomeriggio, dopo un certo disagio dovuto alla difficoltà di trovare la struttura in località Monte Agnese, casa di spiritualità «Pier Giorgio Frassati», gestita dalla diocesi di Alghero, siamo stati benissimo. All’arrivo abbiamo ricevuto un’accoglienza festosa e affettuosa dalle famiglie presenti. Dopo una breve introduzione, da parte di don Marco Orrù, nella quale ha illustrato il programma del campo, ci siamo presentati e abbiamo partecipato, divisi per gruppi, alla «caccia al tesoro», consistente nel trovare delle lettere sparse a caso nella struttura, le quali al termine, davano luogo alla frase «Io accolgo te», che era il tema del Campo. Questa attività ci ha permesso di «rompere il ghiaccio», di socializzare e di divertirci tra famiglie.
Il posto delle famiglie, a tavola, era assegnato dall’equipe, e, a ogni pasto, veniva cambiato. Per di più, sui tavoli, come segnaposto, c’era un rotolino di carta, in cui vi era scritto il pensiero di un santo o una citazione biblica. Tutto ciò è stato molto apprezzato, perché ci ha dato spunti di riflessione e ci ha consentito di conoscere la maggior parte dei partecipanti.
Dopo cena, ci siamo riuniti all’esterno della struttura, vicino alla statua della Madonna per una veglia di preghiera sotto le stelle, con la lettura di brani della Sacra Scrittura, accompagnati dai canti. Alla fine della veglia sono arrivati tutti i bimbi, accompagnati dagli animatori, con dei lumi accesi e li hanno poggiati ai piedi della Madonna.
Durante tutto il campo i bambini e i ragazzi hanno vissuto, con la guida degli animatori, un percorso parallelo a quello di noi genitori, con attività a tema.
Davvero interessanti e stimolanti gli interventi tematici, del frate minore Giuseppe Carta sulla vita di relazione nella coppia con l’icona del «buon samaritano», del gesuita Mario Farrugia sull’ottavo capitolo di «Amoris Laetitia» su accompagnamento e discernimento, del vescovo di Alghero–Bosa Mauro Morfino sul tema «La famiglia e le cinque vie per il nuovo umanesimo» e dalla dottoressa Maria Stella Leone e del dottor Daniele Sechi sul tema «Accogliere una nuova vita».
È seguito un momento di riflessione fra coniugi per un confronto, e di seguito la condivisione con le altre coppie. Nel tempo di riflessione tra coniugi, abbiamo capito che, nonostante gli impegni di tutti i giorni, è importante ogni tanto staccare la spina e ritagliarci dei momenti tutti nostri, per continuare quel cammino intrapreso col matrimonio e coltivare appieno il progetto che Dio ha voluto per noi. I momenti di confronto con le altre coppie ci hanno aiutato a capire che certe difficoltà non sono solo nostre, ma riguardano un po’ tutti.
Questo ci ha aiutati a comprendere che non ci dobbiamo abbattere eccessivamente di fronte a ostacoli che ci appaiono insuperabili, perché non siamo soli a doverli affrontare e le difficoltà condivise si dimezzano, cosi come le gioie condivise si moltiplicano.
Abbiamo partecipato alla liturgia penitenziale e, accompagnati dalla preghiera e dal canto, abbiamo celebrato il sacramento della riconciliazione.
Suggestiva e fortemente educativa la consegna di cocci di terracotta prima della confessione, tanto che per ogni famiglia, una volta ricomposti dopo la confessione, davano forma a una ciotola perfettamente ricostruita.
Uno dei momenti più belli del campo, è stato il pellegrinaggio a piedi di sabato mattina, sotto il sole, al santuario della Madonna di Valverde.
Don Marco ha consegnato ad ogni coppia un foglio con degli spunti di riflessione attinenti il capitolo quarto dell’Amoris Laetitia. Ognuno di noi, accompagnato dal proprio partner, ha fatto questo percorso disconnesso, tortuoso, poco sicuro e faticoso, riflettendo sulle considerazioni consegnateci e provando a rispondere e a confrontarsi col partner. Questo pellegrinaggio assomigliava al percorso della nostra vita, pieno di gioie ma anche di difficoltà.
Quando siamo arrivati alla meta, la chiesa di Valverde, eravamo stanchi e sudati, ma molto felici e sereni e ogni coppia ha scritto una preghiera come sintesi delle proprie riflessioni. È stato un momento condiviso da tutti con grande emozione.
L’ultima sera i bimbi ci hanno mostrato ciò che avevano prodotto con la sapiente guida degli animatori: la parabola del Padre misericordioso con disegni, vignette, canti e con una rappresentazione ambientata ai giorni nostri. È stato bellissimo vedere con quanto amore gli educatori si siano dedicati a loro con il gioco, ma anche nel prepararli spiritualmente al tema giubilare della Misericordia.
Alla fine del percorso siamo stati entusiasti di aver partecipato e, anche se sapevamo di avere gli impegni di tutti i giorni da riprendere, dentro di noi, come dei bambini, non volevamo che finisse.
In ognuno di noi questo percorso ha fatto sicuramente maturare delle decisioni importanti da prendere nella propria vita e in futuro si vedranno i frutti di questo campo.
Carla Marongiu
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