«Un’occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente». Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, con l’arcivescovo segretario Cyril Vasil, in concomitanza con le prossime celebrazioni del Venerdì Santo, spiegano così l’appuntamento annuale della “Collecta pro Terra Santa” nella lettera inviata a tutti i vescovi del mondo. Nasce dalla volontà dei papi di mantenere il forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi, ed è la fonte principale di sostentamento della vita che si svolge intorno agli stessi.
La Colletta si svolge in questo periodo dell’anno perché «è un tempo per eccellenza anche per avvicinare gli altri attraverso le opere di carità, – spiegano ancora i prelati – consapevoli che il cammino quaresimale non è un atto solitario, bensì un itinerario di solidarietà nel quale ciascuno è chiamato a fermarsi come il Buon Samaritano per mettersi a fianco dei fratelli che fanno fatica ad alzarsi e a riprendere la strada a motivo di molteplici ragioni».
La lettera é quasi un resoconto delle attività che si svolgono in Terra Santa con i proventi della Colletta, nella quale si evince una sorta di esortazione affinché i vescovi destinatari della missiva, si facciano portavoce con i fratelli e spieghino l’importanza di quei piccoli singoli gesti affinché «le parrocchie proseguano il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri, alle scuole luoghi di incontro tra cristiani e musulmani, per preparare insieme, lo speriamo, un futuro di rispetto e di collaborazione. Gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra». Piccoli gesti che nell’anno 2017 hanno raggiunto la cifra di 5.531.899, 22 dollari più la somma di 1.423.251,78 euro arrivata da altri canali, ma che nonostante la generosità dei fedeli non bastano a sostenere le spese annuali.
La maggior parte dei proventi rimane alla Custodia di Terra Santa, mentre la restante somma va alla Congregazione per le Chiese orientali per la formazione al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale, per i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente. È proprio la situazione medico-orientale che deve spronare la coscienza dei fedeli verso i più deboli, così come ricordato anche nella parole del Santo Padre nella giornata mondiale della pace nella quale affermava «Con spirito di misericordia, abbracciamo tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale».
I prelati chiudono la loro missiva auspicando anche la ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa, viaggi che veicolano altri proventi «notevole sostegno di sopravvivenza per migliaia di famiglie», ma che sono soprattutto conoscenza «perché la conoscenza e l’esperienza vissuta nei luoghi della nostra redenzione camminando sulle orme di Gesù, Maria, Giuseppe e i discepoli, aiuta ad approfondire la nostra fede e anche a capire il contesto in cui vivono i cristiani di Terra Santa».
Roberto Leinardi
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