Il Messaggio dell’Arcivescovo Baturi per le feste natalizie
«Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Luca 2,15). Andiamo anche noi, insieme al popolo umile e povero dei pastori, fino a Betlemme, per “vedere” il grande avvenimento che ci è stato annunciato: un Dio che si lascia trovare come «bambino, adagiato nella mangiatoia» (Luca, 2,16).
La meravigliosa sorpresa del Natale, è quel bambino, Dio in mezzo a noi.
Il suo volto bello e umile ci attira alla profondità abissale della «passione dell’amore» del Figlio di Dio e del Padre che «prova pietà e misericordia, soffre di amore e s’immedesima nei sentimenti» dei figli (Origene).
Nel viso del bambino di Betlemme riconosciamo così il nostro vero volto, la nostra grande dignità e la bontà del nostro destino. Con gioia possiamo volgerci di nuovo alla nostra vita abbracciandola con tenerezza e speranza. Siamo amati di un amore infinito!
Quest’anno la gioia del Natale non può non farsi carico della sofferenza di questi lunghi mesi di epidemia.
Ci siamo ritrovati fragili e vulnerabili, nelle storie di tanti nostri fratelli ammalati abbiamo riscoperto la nostra finitudine e ne abbiamo avvertito la vertigine.
Proprio a Natale scopriamo con stupore che «Dio si è fatto vulnerabile» perché «si interessa a noi perché ci ama e l’amore di Dio è vulnerabilità, l’amore di Dio è interessamento dell’uomo» (Benedetto XVI).
Rivestito di carne umana, il Figlio di Dio ha assunto la nostra debolezza di «carne e sangue» (cf. Eb 2,14) e l’ha redenta.
È venuto per farsi nostro amico e compagno di cammino, per offrirsi alle nostre infermità come «medico e medicina» (Agostino).
Consapevoli della nostra fragilità ci apriamo alla infinità di Dio e ne accogliamo la presenza amorevole tra noi.
In questo tempo le nostre comunità troveranno modi efficaci e creativi per farsi particolarmente presenti ai fratelli che soffrono a causa della malattia, della solitudine, dell’emarginazione e della povertà, per accompagnarli in un cammino di speranza capace di dare senso ad ogni presente.
La missione della Chiesa è annunciare e far sperimentare questo amore più forte della debolezza e della morte.
Per la fede, la speranza e la carità che sgorgano dalla contemplazione del Bambino di Betlemme, lavoriamo con tutti per guarire questo mondo e crearne uno migliore.
Giuseppe Baturi – Arcivescovo
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