La celebrazione del Mercoledì delle ceneri in Cattedrale, presieduta dall’Arcivescovo
Quaresima tempo di conversione e tempo di libertà.
Così monsignor Baturi si è espresso nel corso dell’omelia pronunciata nel corso della celebrazione eucaristica in Cattedrale, nel Mercoledì delle Ceneri.
«Inizia oggi – ha esordito – un tempo favorevole per un «cammino di vera conversione. «La conversione – ha evidenziato – è sempre un cambiare direzione di cammino e, quindi, un volgere lo sguardo da una meta a un’altra».
«La conversione profonda è quella che riguarda non la misura dei gesti e delle parole ma l’orientamento, il senso, la ragione della vita».
«La nostra azione – ha ricordato monsignor Baturi – sottintende sempre un’affermazione di senso, un “qualcosa” per cui viviamo, lavoriamo e che merita il nostro sacrificio».
«Di che si tratta?», si è chiesto l’Arcivescovo. «Gesù vuol raggiungere proprio questa dimensione profonda – ha continuato – quando esorta a pregare, digiunare e fare l’elemosina non per ottenere il favore degli altri e neanche per la soddisfazione di una perfezione morale, ma per amore del Padre, per sperare dal suo sguardo il premio atteso».
«È un problema del cuore. All’inizio di questo cammino – ha sottolineato l’Arcivescovo – è inevitabile la domanda: qual è il senso (direzione di cammino) della nostra vita?
A quale meta guardiamo?
Quale memoria e quale speranza danno ragione delle nostre pene e delle nostre gioie?
Non siamo precipitosi o ideologici nel dare la risposta. Occorre essere sinceri».
Per monsignor Baturi la conversione è «ritornare con tutto il cuore al Signore, che è pieno di amore e sempre “si muove a compassione del suo popolo” (Gl 2,18)».
«La conversione vera – ha specificato l’Arcivescovo – è sempre un tornare all’evidenza dell’amore che ci ha dato speranza e ci ha attirato a sé, è render vivo l’incontro che in un certo momento, o in più momenti della nostra storia, si è manifestato come la ragione totale dell’esistenza. La conversione è tornare all’incontro con Dio».
«Ci viene chiesto – ha specificato – non di aggiungere cose ma di tornare all’essenziale, al Signore, con tutto il cuore, cioè con tutta la nostra persona. Si può vivere e lottare solo per un amore vivo, non per un ricordo ormai sbiadito, seppur bello».
«La conversione – ha detto ancora monsignor Baturi – è lasciarsi riconciliare da Dio, cioè lasciare che tutte le dimensioni della nostra persona siano abbracciate da un unico, totale perché radicale, amore. E l’amore si nutre della sorpresa del presente, si ravviva nella misura può ancora far ardere la nostra persona nelle sue dimensioni di pensiero, di affetto, di lavoro e diventa il motivo di un sacrificio».
«L’amore è come il fuoco che si ravviva se trova ancora legna da ardere».
«Il Signore è qui, è ora», ha concluso l’Arcivescovo. «Lasciamo che parli al nostro cuore, che ci attragga ancora a sé e ci invii nel mondo a testimoniare la sua compassione per tutti».
La Quaresima è tempo di conversione e di libertà.
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