I documenti della nuova sezione «Giovani- vocazione – educazione»
Lavoriamo insieme
Due decreti e una lettera per dare avvio ad un nuovo approccio nella pastorale per i giovani.
L’arcivescovo Baturi ha così delineato un percorso diverso, non più fatto di un approccio per uffici ma per progetti, nel quale diverse componenti lavorano per dare vita ad un percorso pastorale unitario.
La nuova sezione pastorale «Giovani, vocazione, educazione» coinvolge gli Uffici diocesani di Pastorale dei giovani, vocazionale, scolastica, universitaria e della cultura, dello sport e l’Ufficio catechistico.
La lettera porta il titolo di «Cristo è la più bella giovinezza», pubblicata nei giorni scorsi, parte da alcune parole pronunciate Francesco, al termine del cammino del Sinodo dei Vescovi del 2018, sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazione»: «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita».
Sono parole che per monsignor Baturi indicano «le ragioni per le quali la Chiesa di Cagliari vuole rinnovare lo slancio di iniziativa verso i giovani e con i giovani. Cristo è la più bella giovinezza che un uomo possa godere, è la vita intensa che si dona ai giovani, chiamati così a gustare il fascino e l’energia della loro stagione».
«La pastorale dei giovani – scrive ancora l’Arcivescovo – è l’azione della Chiesa tutta per chiamare, attrarre e accompagnare i giovani all’incontro con Gesù Cristo e generarli a una fede matura, grazie all’approfondimento dell’esperienza di Dio e dell’amore fraterno, nella vita comunitaria e nel servizio».
«Essa quindi si sviluppa secondo due linee di azione: «una è la ricerca, l’invito, la chiamata che attiri nuovi giovani verso l’esperienza del Signore. L’altra è la crescita, lo sviluppo di un percorso di maturazione di chi ha già vissuto quell’esperienza».
Lavoriamo insieme.
L’annuncio del Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo e l’educazione alla fede delle nuove generazioni, «avviene – specifica Baturi – più efficacemente promuovendo ampie e feconde alleanze educative con le più diverse realtà ecclesiali, senza dimenticare, naturalmente, che la fiamma della fede si trasmette grazie a quel contatto da persona a persona, che non può essere sostituito da nessuna strategia o piano pastorale».
«Si avverte, per questo – scrive l’Arcivescovo – la necessità di sviluppare un maggiore coordinamento e integrazione tra i diversi ambiti pastorali che li riguardano, «passando da un lavoro per “uffici” a un lavoro per “progetti”».
«La pastorale dei giovani – continua – può, in forza di un migliore coordinamento d’azione tra le diverse dimensioni della vita diocesana, tessere una “pastorale integrata”, capace di promuovere la comunione e la collaborazione fra quanti si prendono cura dell’educazione delle nuove generazioni, al fine di meglio valorizzare i carismi che lo Spirito dona, secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa e la varietà di cui si compone, accogliendo e valorizzando l’apporto dei fedeli laici, della vita consacrata femminile e maschile, di gruppi, associazioni e movimenti».
La Sezione pastorale costituisce un riferimento unitario, sia per le proposte più immediatamente connesse alla vita parrocchiale, sia per quelle rivolte agli ambienti di vita tipicamente frequentati dai giovani e alla condizione dei giovani adulti.
In tal modo, si potrà più facilmente tener conto dei tempi che caratterizzano la pastorale per i giovani: la pre-adolescenza, l’adolescenza, la giovinezza, l’età dei giovani adulti.
Lavoriamo insieme.
Infine è nato un coordinamento degli oratori, che avrà il compito di promuovere e coordinare gli oratori parrocchiali.
Roberto Comparetti
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