Tre capitoli e sette paragrafi oltre alla conclusione. Così si sviluppa il Piano pastorale 2016/2017 che viene presentato in questi giorni alla diocesi. Contiene temi e obiettivi fondamentali da «condividere», sullo stile dell’icona principale scelta con i giovani della Pastorale giovanile, è la pagina della lavanda dei piedi, al capitolo 13 del Vangelo di Giovanni
Il primo capitolo è dedicato al lavoro, alla famiglia e alle Settimane sociali. «Il prossimo ottobre 2017 – scrive monsignor Miglio si svolgerà a Cagliari la 48ma Settimana sociale dei Cattolici italiani, un evento nazionale che ha ritmato il passo dei cattolici italiani fin dal 1907, anno della prima settimana sociale, pensata e promossa specialmente dal beato Giuseppe Toniolo. Quella del prossimo anno sarà la seconda che si terrà in Sardegna, a sessant’anni esatti da quella del 1957, e tratterà di un tema particolarmente urgente per noi e per tutto il paese, il tema del lavoro: “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”. Ecco allora il primo impegno pastorale per la nostra diocesi: ripartire dal messaggio lanciato da papa Francesco nella sua visita a Cagliari, il 22 settembre 2013 e prepararci con la riflessione e con l’informazione al prossimo evento.
Questo impegno è affidato in modo particolare a tutti coloro che operano in campo sociale». Il secondo capitolo, che ha come tema «Condividere la gioia e la missione del vangelo», richiama il recente convegno ecclesiale di Firenze, a un anno dalla sua celebrazione. «Papa Francesco ─ spiega il Vescovo ─ ha chiesto esplicitamente a tutte le parrocchie e alle diocesi di conoscere e approfondire con l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Non possiamo lasciar cadere la richiesta del Papa. Perciò chiedo a tutte le parrocchie e alle foranie di compiere un percorso che prenda in esame alcuni passi fondamentali del documento e chiedo ai giovani di essere loro gli animatori di tali incontri».
Il terzo grande tema del documento è destinato ai sacerdoti e ai diaconi, alle religiose e ai religiosi, alle catechiste e agli animatori e a tutti i fedeli della diocesi. Ecco la proposta: «Stiamo entrando ─ dice ancora nell’introduzione il Vescovo ─ nel secondo anno del triennio pastorale dedicato ai Giovani, che non devono essere solo oggetto delle riflessioni della Comunità ecclesiale ma sono capaci essi stessi di essere anzitutto protagonisti del nostro cammino pastorale. Oltre al servizio di animazione per lo studio della Evangelii Gaudium, a loro affido un tema che mi pare tra i più urgenti e al tempo stesso affascinante: riscoprire il Vangelo dell’Amore».
Per poter attuare queste indicazioni i fili conduttori, già indicati negli anni precedenti da monsignor Miglio, «sono ─ dice ─ la centralità della Parola di Dio e la promozione della corresponsabilità dei laici in tutti gli aspetti della vita ecclesiale. Si tratta di impegni che devono diventare sempre più comuni e condivisi. Per essere Chiesa attenta alla voce e ai doni dello Spirito».
Nei primi passi del documento il Vescovo ricorda come l’attuale piano sia in continuità con quanto fatto finora. «Lo scorso anno ─ si legge nel documento ─ ho indicato i giovani come tema principale per un cammino diocesano triennale. Dicendo giovani voglio riferirmi a tutti i giovani: non solo quelli che incontriamo nelle parrocchie o associazioni ma tutti quelli che rientrano nella fascia di età giovanile. Giovani da incontrare, da conoscere, da ascoltare, da interpellare, da accompagnare e da aiutare, soprattutto da amare. Guardare ai giovani vuol dire guardare al futuro e il programma pastorale 2015-16 portava per l’appunto il titolo “Con i Giovani speranza per il futuro”».
Rivolgendosi ancora a loro, il Vescovo ricorda come «è importante per i giovani acquisire conoscenze, competenze, abilità con l’obiettivo dell’inserimento nel mondo del lavoro, che occorre anche cercare e costruire e non solo attendere». Insomma non seguire una tattica attendista ma un impegno concreto da parte dei giovani stessi nell’essere capaci di costruire un proprio percorso formativo e di lavoro.
Un tema, quello del lavoro, che è dominante nella prossima Settimana sociale. In particolare il documento fa riferimento al lavoro femminile e alle problematiche a esso connesse. «La nostra Costituzione ─ si legge nel testo ─ dedica il primo comma dell’art. 37 ai diritti della donna lavoratrice e raccorda tali diritti “all’essenziale funzione familiare della donna, in vista della necessità di assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”. Un dettato costituzionale, questo, ancora ampiamente disatteso e che richiede un forte e rinnovato impegno da parte di tutti: un impegno guidato dalla consapevolezza personalistica che ha orientato i costituenti e che ancora rappresenta una possibilità di una lettura condivisa del nostro testo costituzionale».
Altro tema particolarmente sensibile per la nostra regione è quello della salvaguardia del creato, con una speciale relazione con il problema del lavoro. Per questo il Vescovo propone alcune domande, «che rivolgo ─ scrive ─ in modo particolare a tutti coloro che in diocesi si spendono nella Pastorale sociale, alle associazioni ecclesiali e a quanti operano in campo sociale nella nostra regione». Da qui ne scaturisce una richiesta ai laici per un impegno sociale e politico, «alla luce ─ si legge ancora nel documento ─ anche della spinta della grazia della Giornata mondiale della gioventù di Cracovia alla quale hanno partecipato diverse centinaia di ragazzi e ragazze della nostra diocesi.
Per non disperdere il dono straordinario di quelle giornate c’è un’unica via: condividerlo tra le strade della vita ordinaria. Per questo chiedo ─ scrive ancora ─ alle parrocchie, specialmente ai Consigli pastorali parrocchiali, alle assemblee foraniali e all’assemblea diocesana del Consiglio pastorale e della Consulta di compiere un percorso annuale in stile sinodale, animato in primo luogo dai giovani, nelle parrocchie, nelle foranie e negli organismi diocesani».
Infine il terzo capitolo, quello sulla condivisione dell’Amore, ritenuta urgente oggi da monsignor Miglio. «Come Chiesa ─ scrive ─ e specialmente come pastori ed educatori, siamo chiamati a conoscere, testimoniare e proporre la via dell’amore che l’unico vero maestro, Gesù, ci propone, ripartendo dalla sua Parola e dalla sua vita». Un’indicazione chiara verso la necessità di avviare «il percorso educativo verso la riscoperta e la condivisione dell’Amore è proposto in modo particolare a tutti coloro che accompagnano i ragazzi e i giovani: genitori, catechisti, animatori, educatori, sacerdoti. Sono tante le occasioni di incontro e formazione organizzate durante l’anno pastorale nelle nostre comunità parrocchiali. Sarà opportuno in questi momenti riuscire a confrontarci con i genitori, i catechisti e gli educatori sulle parole di papa Francesco contenute nell’esortazione Amoris Lætitia».
Il documento si conclude con l’invito a mantenere fisso lo sguardo su Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli, un gesto che Gesù ha visto compiere e imparato fin da piccolo a Nazaret nella sua famiglia, a Gesù, presenza incarnata di Dio Amore, che ha imparato ad amare con linguaggio umano alla scuola di Maria, riempita a sua volta dall’Amore fecondo e senza limiti del Signore».
Roberto Comparetti
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