Le Chiese camminano seguendo la stella

Dal 18 al 25 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Abbiamo celebrato da poco l’Epifania ma la Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani ci fa soffermare ancora sulla figura dei Magi.

Questi misteriosi personaggi hanno stuzzicato la fantasia di tutti, come dimostrano le tante tradizioni che lungo il corso della storia si sono sviluppate su di loro.

Non meraviglia perciò che anche le diverse Chiese quest’anno abbiano visto nei Magi un modello da seguire nel cammino verso la piena unità.

In fondo la loro esperienza di fede accomuna tutti i cristiani:«In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo» (Mt 2,2).

Il viaggio dei Magi, metafora della vita, vero e proprio itinerario di fede, si compie grazie a una stella.

La relazione con le stelle da sempre è stata considerata fondamentale per l’uomo; tant’è che nel nostro linguaggio comune usiamo dei verbi che la esprimono.

Possiamo riflettere su tre di questi.

Il primo è «considerare», che letteralmente significa «stare con le stelle» (dal latino cum-sidera).

I Magi si sono messi in cammino proprio perché anzitutto hanno «con-siderato», hanno visto la stella perché hanno sollevato lo sguardo.

L’uomo guardando il cielo ha imparato a distinguere le stagioni, i segreti dell’agricoltura, il computo dei giorni…

Tutto parte dal Cielo: la vita, la fede, la Chiesa…

Non c’è viaggio se non si scopre qualcosa lassù.

Le Chiese non possono camminare se anzitutto non osservano il Cielo, non imparano dall’Alto.

Altrimenti il loro cammino sarebbe «scon-siderato».

Il secondo verbo è «desiderare».

Il de-siderio ci dice che ogni dono viene dall’Alto, dalle stelle.

Così l’unità tra le Chiese: non è frutto dei nostri sforzi, certo importanti, ma prima di tutto dono: ecco perché preghiamo insieme.

Il «de» indica il punto di partenza, ma può indicare anche una mancanza.

Il de-siderio spinge l’uomo a raggiungere la méta.

È importante conoscere i propri desideri: cosa desidero veramente?

Le Chiese divise cosa desiderano in questo momento?

Cosa si aspettano dal cammino di riconciliazione?

Davvero mettiamo l’unità dei cristiani tra i nostri desideri principali?

In ogni caso i Magi ci insegnano a desiderare in grande, come il cielo, perché questo non è separato dalla terra.

Infine l’ultimo verbo: «assiderare», che significa stare fermo sotto le stelle (ad-sidera).

Si può essere affascinati dalle stelle ma non avere la disponibilità a camminare: al desiderio di andare si sostituisce il piacere di fermarsi. Si sa qual è la conseguenza: la morte!

Quella per assideramento avviene in maniera dolce: inizia con un torpore, poi si trasforma in assenza di forza, si perdono i sensi e il cuore si congela…

In fondo è quanto succede ad Erode, ai capi dei sacerdoti e ai maestri della Legge che egli convoca, e perfino a tutta Gerusalemme.

Loro sanno già «dov’è il re dei Giudei»: ovviamente nella reggia e nelle solenni liturgie del tempio.

È il grande rischio che corrono i cristiani divisi: illudersi di sapere già tutto, rassegnarsi davanti alla situazione, rinchiudersi nei propri dogmatismi, non lasciarsi disturbare dalla novità di Dio, governare quel che si ha…

Così somigliano più a chi sta a Gerusalemme con Erode piuttosto che ai Magi.

In ogni caso non provano la «grandissima gioia», non entrano nella «casa» né condividono i propri doni.

In fondo non capiscono che loro sono solo stelle…ma la Luce vera è solo una: quella di Dio.

Don Mario Farci – Direttore dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo

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