Leggere e meditare la Bibbia nel XXI secolo

Un bilancio sull’iniziativa del «Verbum Domini», servizio di Pastorale Biblica

Leggere e meditare la Bibbia nel XXI secolo.

Si è chiuso il ciclo di incontri di formazione biblica.

Don Luigi Castangia, responsabile del Servizio diocesano, traccia un bilancio.

«L’anno appena trascorso – dice – è stato un giro di prova, con tutto ciò che esso implica: principalmente i rischi dovuti alle incertezze su come la gente possa reagire a tale iniziativa.

Non nego la mia iniziale paura di trovarmi la sala vuota.

Ciò tuttavia non è mai accaduto: negli incontri meno frequentati abbiamo trovato almeno una quarantina di persone.

Tale esperienza mi ha fatto riflettere sulla necessità di avere uno spazio in cui studiare e meditare la Parola.

La gente si attende molto dalla Bibbia.

Eppure non la si conosce abbastanza, così essa ha un potenziale inespresso». 

«Purtroppo – evidenzia – resta inincidente, perché non si offrono ai cristiani i mezzi per una lettura intelligente.

La noia affiora dalla mancanza di nesso tra quanto si legge e la propria vita: cosa c’entrano questi testi antichi con me?

Così la Scrittura non basta leggerla.

Talvolta, proprio l’averla letta (poco o tanto), diviene l’alibi per non riaprire più quel librone.

È necessario offrire gli strumenti per poter comprendere e il bravo esegeta deve avere come modello il diacono Filippo, il quale all’eunuco, funzionario della regina d’Etiopia, chiede: «“Capisci quello che stai leggendo?”. Egli rispose: “E come potrei capire, se nessuno mi guida?”. E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui» (At 8,30b-31)».

C’è un tema che più di altri ha suscitato interesse?

Sì, sebbene rispondere in modo esatto a tale quesito non sia semplice. Innanzitutto l’incontro sul Vangelo di Marco di don Andrea Busia. 

I Vangeli sono forse gli unici scritti biblici che tutti i fedeli conoscono bene; nondimeno pochissimi hanno un’idea di come siano stati redatti, così la platea, incuriosita, ha interrogato a lungo il relatore. 

L’altro incontro che ha scatenato un grande dibattito è stato quello sulla violenza nella Bibbia che ho svolto ad aprile.

A distanza di parecchi giorni qualcuno mi ha detto di essere rimasto impressionato dai passaggi violenti della Scrittura.

La nostra missione è di comprendere e aiutare a comprendere, senza smussare troppo gli spigoli.

Se infatti si censurano le pagine difficili della Bibbia, senza aiutare a capirle, ci sarà sempre qualcuno sul web pronto a spiegarle, bene o male.

L’intraprendenza nel pubblicare testi e video su internet non va di pari passo col rigore scientifico del buon divulgatore.

Se fosse possibile, noi vorremmo portare via la gente dalla “strada” e dalla “piazza” dei luoghi comuni sulla Bibbia, dei guru affetti da logorrea, che sul web diffondono notizie grossolane e inconsistenti (purtroppo molto seguiti).

Quella che si è chiusa è la prima iniziativa del genere. È replicabile ed eventualmente con quali novità?

L’accoglienza dell’iniziativa presso il popolo, ci indica che su questa strada possiamo solo andare avanti. Anche il Triduo di Pentecoste sugli Atti degli Apostoli, questo fine settimana, ha visto una buona partecipazione. Abbiamo inteso la missione di “Verbum Domini” come incontri divulgativi di buon livello. 

Per l’anno prossimo la proposta può svilupparsi a livello intellettuale in modo più sostenuto, proponendo delle conferenze in Facoltà Teologica sulla Bibbia e i saperi: come la Scrittura è stata recepita da artisti, letterati e filosofi.

A livello più popolare si può proporre la lettura continua di un’opera, oppure una lectio divina sulle letture domenicali.

Tutto ciò chiaramente andrebbe in parallelo con le conferenze divulgative, sulla scia di quanto abbiamo già svolto. 

Le proposte non mancano e il canale Whatsapp ci aiuta a tenerci in contatto con eventuali news e approfondimenti.

Per chi fosse interessato alla nuova programmazione, do il link del canale, dove verrà pubblicata in anteprima:  https://whatsapp.com/channel/0029V.

Leggere e meditare la Bibbia nel XXI secolo.

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