Il Messaggio di Natale dell’Arcivescovo, monsignor Giuseppe Baturi
L’Invisibile si lascia vedere.
«Dio si è manifestato nascendo, il Verbo prende spessore, l’Invisibile si lascia vedere, l’intangibile diviene palpabile, l’intemporale entra nel tempo, il Figlio di Dio diviene figlio dell’uomo». (S. Gregorio Nazianzeno)
Il Natale suscita in tutti un sentimento di stupore insieme al desiderio di condividere con i familiari momenti di serenità e di gioia.
Ci si scambia gli auguri, ma cosa significa questo gesto?
Che cosa auguriamo davvero a noi stessi, agli amici e ai parenti?
Sono domande che aiutano a compiere quella conversione necessaria per poter accogliere Colui che viene. Allo stesso tempo, permettono di tornare alla radice di ciò che viene ricordato, ogni anno, il 25 dicembre.
È un racconto che si prolunga nel tempo, rinnovandosi nell’umanità.
Il Natale, infatti, parla del Verbo che è entrato nella nostra storia perché “conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili” (Liturgia), quelle essenziali, da cui dipendono il senso del nostro vivere e il compimento del nostro destino.
Nella bellezza spoglia del Bambino Gesù la paura dell’assurdo e dell’insensatezza è vinta.
Dio si fa carne e, assumendo la condizione umana, dona nuova dignità alle nostre esperienze quotidiane: nel volto dei fratelli e delle sorelle è sempre impressa la verità dell’Amore che ci viene incontro.
È un mistero che coinvolge la nostra vita, parte del sentimento di noi stessi e della storia, che ha finalmente un centro e un destino.
Ecco, allora, l’augurio fondamentale: riuscire a guardare con religiosa attenzione la nostra realtà, a volte motivo di incertezza, se non di turbamento, per la violenza o la noia che l’avvolge, e riconoscere in essa i passi del Dio che ci viene incontro in ogni persona e in ogni circostanza.
Nella nostra quotidianità passa sempre Dio, ci chiama continuamente, ci attira a sé.
Da parte nostra serve la semplicità dell’accoglienza, la cura che Maria e Giuseppe hanno avuto per questo Bambino totalmente donato, un mistero che si fa riconoscere nella misura in cui lo si abbraccia, lo si stringe a sé.
Nei giorni scorsi una donna ucraina, originaria di Cherson, mi ha fatto dono di un’icona della Madonna Odigitria.
L’ha presa a casa sua, sollevandola da terra, mentre fuggiva dai bombardamenti, particolarmente insistenti in quella città.
Mi ha donato l’icona come simbolo di pace tra i popoli e di gratitudine per l’accoglienza ricevuta in Sardegna. Il mondo può cambiare!
Senza la speranza di un cambiamento il desiderio della felicità e della vita resterebbe imprigionato nelle divisioni e contraddizioni del presente.
Possiamo davvero contribuire a trasformare le sorti del mondo, con la bellezza, l’amore e la verità che impariamo nel volto di Gesù Bambino.
È il cuore della nostra speranza e la ragione della nostra gioia.
Il mondo può davvero cambiare se edifichiamo, a partire da noi stessi, un’umanità rinnovata e trasfigurata dalla fede.
Dio si è fatto presente all’uomo comunicando se stesso, trasmettendo la propria vita.
Allo stesso modo – comunicando noi stessi e facendoci dono per l’altro – potremo educare i nostri giovani e rinnovare così il mondo.
L’educazione, infatti, non fornisce solo informazioni e dati ma trasmette parte di sé, la Verità che abbiamo imparato, l’Amore al quale ci siamo affidati e del quale abbiamo sperimentato la fedeltà.
Che questo Natale doni a ciascuno il conforto e la certezza che Dio cammina sempre con noi, rischiari con la luce della speranza le tenebre della violenza e sostenga l’impegno a prendere parte alla costruzione di mondo nuovo.
Auguri, Buon Natale a tutti!
Monsignor Giuseppe Baturi – Arcivescovo di Cagliari
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