A voi lettori de Il Portico innanzitutto i migliori auguri per il nuovo anno iniziato da qualche giorno.
Il 2018 sarà un anno particolare da tanti punti di vista: tra poco meno di due mesi saremo chiamati alle urne. Nel recente passato il voto ha registrato una pericolosa deriva, fatta di diserzione da parte di troppi elettori, come ha anche sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. Dovremo decidere chi guiderà il nostro Paese, sebbene la nuova legge elettorale, l’ennesima partorita dal Parlamento negli ultimi anni, potrebbe non garantire certezza sulla governabilità.
Per i giovani, il nuovo anno, sarà caratterizzato dall’Agorà con papa Francesco a Roma, il prossimo agosto, anticipazione della Giornata mondiale della gioventù, prevista tra un anno a Panama e per questo i nostri oratori si stanno preparando.
Il 2018 sarà anche l’anno dei mondiali di calcio in Russia, senza la Nazionale azzurra dopo sessant’anni fuori dai giochi, così come per la prima volta la TV pubblica non seguirà la competizione, che invece sarà appannaggio di quella commerciale privata, due coincidenze decisamente eccezionali.
Nel parlare di nuovo anno e di futuro non si può non pensare alla criticità che le nuove generazioni stanno patendo.
Per questo abbiamo voluto dedicare l’apertura del primo numero dell’anno ai minori e alle troppe difficoltà che vivono.
Il tema della violenza e degli abusi su minori è purtroppo di stretta attualità: non c’è giorno nel quale non si registrino episodi di cronaca con vittime proprio i più piccoli. Nel 2016 sono stati 5.383 i minori vittima di violenza, non solo sessuale, circa 15 bambini ogni giorno. In sei casi su dieci si tratta di bambine. Un dato che segna un preoccupante +6% rispetto all’anno precedente.
La nomina, poco più di un mese fa, di Grazia Maria De Matteis a Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza deve essere vista come un importante scelta fatta nel segno della tutela dei più piccoli vittime di violenza.
Francesco alla benedizione «Urbi et Orbi» nella solennità del Natale, ha ricordato come nei volti dei bambini, «specie quelli che nel mondo patiscono guerra, violenza e migrazioni forzate, riconosciamo il Bambino di Betlemme» «Il Natale – ha proseguito – è la festa dell’Incarnazione, del Dio che, come un Padre tenero, si fa piccolo e povero per salvarci: accogliamo questo gesto di amore e impegniamoci a rendere il nostro mondo più umano e più degno dei bambini di oggi e domani».
In questo contesto si inserisce anche il problema dei minori migranti non accompagnati che, troppo spesso, svaniscono nel nulla e finiscono per diventare merce di scambio, se non vittime di tratta, specie se bambine.
Le conseguenze della violenza di qualsiasi genere sui minori le racconta bene suor Silvia Carboni, figlia di san Girolamo, che guida una comunità di accoglienza a Elmas.
Recuperare un minore vittima di soprusi e violenza è compito arduo, in un tempo nel quale i genitori fanno fatica a fare gli adulti, troppo spesso impegnati a salvaguardare gli interessi personali a scapito di quelli dei propri figli.
Si tratta di ridare dignità e speranza a chi è stato tradito: la maggior parte delle violenze sui minori viene consumata in ambito familiare, quello che dovrebbe garantire loro tranquillità e serenità. Da qui scaturisce la necessità di una presa di responsabilità degli adulti e del loro ruolo.
Roberto Comparetti
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