«Non abbiate paura della vita, per favore!»

Riflessioni sull’incontro del Papa con gli adolescenti italiani

«Ci voleva proprio!».

È uno dei commenti che, più di altri, aleggiava in piazza San Pietro, dopo l’incontro del Papa con 85mila ragazzi e ragazze, giunti dalle diocesi italiane, compresa la nostra, rappresentata da oltre 200 persone, sotto la guida dell’Arcivescovo.

Qualcuno potrebbe chiedersi il motivo di un simile giudizio: in fondo alcuni lo hanno definito un incontro tra un ottuagenario e degli adolescenti. 

In realtà l’appuntamento, voluto dal Servizio nazionale di Pastorale giovanile, ha dimostrato che quei ragazzi e quelle ragazze valgono più delle etichette affibbiate alla «I-Generation», i nati nel secondo millennio. 

Nei loro volti, nei modi di approcciarsi e nel loro parlare, c’è un elemento importante: il fiuto, come ha detto loro Francesco.

«Voi avete il fiuto della realtà – ha evidenziato il Santo Padre –  ed è una cosa grande. Il fiuto che aveva Giovanni: appena visto lì quel signore che diceva: “Buttate le reti a destra”, il fiuto gli ha detto: “È il Signore!”».

«Era il più giovane degli Apostoli. Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire “questo è vero”, “questo non è vero”, “questo non va bene”. Il fiuto di trovare il Signore, il fiuto della verità». 

Un attestato di stima e di fiducia importante da parte di Francesco, che ha dunque investito di responsabilità chi era presente ma anche i tanti rimasti a casa, molti dei quali, tra qualche settimana, potranno riprendere a rivivere pienamente la loro socialità negli oratori estivi, nei campi scuola, nei Grest e in tutte quelle attività mancate negli ultimi due anni. 

Quei giovani in Vaticano, così come quelli rimasti a casa, hanno patito più di tutti chiusure e privazioni sociali da pandemia.

Per questo è fondamentale che le comunità parrocchiali, nessuna esclusa, si faccia carico di offrire loro opportunità di incontro e condivisione, capaci di far superare il buio degli ultimi tempi. 

«Il buio ci mette in crisi – ha detto loro Francesco – ma il problema è come io gestisco questa crisi: se la tengo solo per me, per il mio cuore, e non ne parlo con nessuno, non va. Nelle crisi si deve parlare: con l’amico che mi può aiutare, con papà, mamma, nonno, nonna, con la persona che può aiutarmi. Le crisi vanno illuminate per vincerle».

«Non abbiate paura della vita, per favore».

Negli adolescenti è grande il senso di generosità e il Papa lo ha ricordato nel suo intervento. «Non vergognatevi – ha detto – dei vostri slanci di generosità: il fiuto vi porti alla generosità. Buttatevi nella vita. “Eh, Padre, ma io non so nuotare, ho paura della vita!”. Avete chi vi accompagna, cercate qualcuno che vi accompagni. Ma non abbiate paura della vita, per favore!».

«Abbiate paura della morte – ha sottolineato – della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa».

Il programma è tracciato: fiducia, condivisione, bellezza della vita e capacità di spenderla per qualcosa di grande. 

Un richiamo alle profetiche parole di San Giovanni Paolo II nel 1985 a Genova. «Non “lasciatevi vivere”, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!». 

Parole ancora attuali distanza di oltre 30 anni.

Roberto Comparetti

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