Padre Moreno. «Un pellegrinaggio sulle orme dei santi» Dal 13 al 18 maggio delegazione diocesana in Tunisia

Un pellegrinaggio studio-solidale in Tunisia, alle scoperta delle nostre radici cristiane sarà organizzato dalla Caritas diocesana e dalla diocesi di Tunisi, dal 13 al 18 maggio.

Ad accompagnare il gruppo di pellegrini sarà padre Silvio Moreno, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato, archeologo, teologo e rettore della Cattedrale di Tunisi, ospite a Cagliari in occasione del seminario «In dialogo nel Mediterraneo: alle radici della nostra storia cristiana», organizzato il 30 aprile in vista del pellegrinaggio, dalle stesse Caritas e diocesi, in collaborazione con la Facoltà teologica della Sardegna.

Quale sarà il senso di questa iniziativa?

L’obiettivo sarà scoprire le radici cristiane in Tunisia sin dai primi secoli, e la fratellanza tra le due città (Cagliari e Tunisi), tra le due sponde del Mediterraneo, grazie a un cristianesimo condiviso, segnato dalle figure di alcuni santi, originari del paese nordafricano, che hanno avuto contatti, in modi diversi, con la Sardegna durante il periodo vandalico (V e VI secolo).

Tra questi, San Fulgenzio di Ruspe, figura di grande autorità morale, dottrinale e teologica, esiliato e accolto in Sardegna. Ancora sant’Agostino e santa Restituta, una delle martiri di Abitene, le cui reliquie sono state accolte a Cagliari: dunque, la Sardegna, da sempre, è terra di accoglienza.

Vanno ricordate anche le sante Perpetua e Felicita, martirizzate in Tunisia, la cui devozione è diffusa anche nell’isola. Il pellegrinaggio sarà un percorso di conoscenza e preghiera nei luoghi segnati dalla presenza di queste figure, ma anche di quei santi che, pur non avendo legami con la Sardegna, sono stati importanti per la storia della Tunisia cristiana, come san Cipriano di Cartagine.

Sarà un’occasione per far conoscere la nostra «ricchezza cristiana», spesso dimenticata in un paese musulmano, importante perché costituisce una riscoperta delle proprie radici e storia.

Proprio questa convinzione ci ha spinto a organizzare, negli ultimi anni, alcune visite archeologiche e storiche, aperte a tutti, ai siti cristiani della Tunisia, grazie al clima di maggiore libertà e interesse, frutto della rivoluzione.

Talvolta sono le stesse Università, o altre realtà tunisine, che ci chiedono di organizzare visite ai siti archeologici cristiani presenti nel Paese.

Qual è oggi la missione della Chiesa in Tunisia?

È una Chiesa molto viva, convinta della sua identità cristiana, che manifesta la sua presenza, in un paese musulmano, non con le parole ma con la vita. È una Chiesa impegnata nelle parrocchie, con i giovani della diocesi, provenienti dall’Africa subsahariana, ma anche nell’attività sociale e caritatevole attraverso le scuole, l’impegno nelle prigioni, la Caritas.

Questo pellegrinaggio si inserisce nel quadro della collaborazione tra le due Chiese?

Le due Chiese, quelle di Cagliari e Tunisi, collaborano attivamente da vari anni: si tratta di un legame forte, strutturato, duraturo. L’anno scorso abbiamo organizzato un campo in Tunisia con i giovani delle due diocesi e ora, grazie a questo pellegrinaggio, c’è una condivisione ancora più forte, da un punto di vista della fede.

Ciò ci fa crescere sia perché ci permette di guardare verso altre realtà ecclesiali, quelle dell’altra sponda del Mediterraneo, da cui possiamo ricevere aiuto e vicinanza, sia perché ci rende consapevoli di ciò che noi possiamo far scoprire loro.

Maria Chiara Cugusi

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico