XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»
Commento a cura di Carlo Rotondo
Terza domenica dell’ottobre missionario.
Mentre scrivo queste riflessioni sento come sottofondo «musicale» il vocio, lo schiamazzo e le urla dei 1349 bambini della scuola primaria di Pawaga (distribuiti fisicamente in 7 classi) che sono in attesa della «campanella»: un cerchione di un vecchio camion appeso ad un albero.
La missione non è fatta solamente di riflessioni semiserie sugli aiuti al Terzo Mondo, è fatta anche di rumori, odori e colori di cui il mondo è meravigliosamente dotato e di cui, per certi versi, il nostro Occidente ne sente una gran nostalgia.
Questa nota introduttiva mi permette di guardare e ascoltare il Vangelo domenicale dal punto di vista di Dio: «Pregare sempre, senza stancarsi mai».
La preghiera, da sempre, si è rivelata una solenne fregatura per Dio.
Infatti, dietro anche la spinta di quel furbacchione di Satana, molti la usano come tesi per dimostrare che Dio non esiste.
«Ho pregato Dio, gli ho chiesto un favore, un dono, un miracolo e non me l’ha dato: Dio non esiste. Pregare è inutile».
Nella preghiera facciamo due errori clamorosi.
Il primo errore: parliamo solo noi e la facciamo diventare un pesante monologo trasformando Dio da Padre dal cuore grande in un moloch dalle grandi orecchie.
Secondo errore: chiediamo male.
Perché Gesù ci ha fatto conoscere un Padre a cui obbedire e di cui fare la volontà mentre noi pretendiamo un Dio alle nostre dipendenze trasformandolo in un genio della lampada che deve eseguire non solo i nostri desideri ma anche i nostri capricci.
E mentre è suonata la «campanella» e qui in missione è calato il silenzio … vorrei condividere con voi una splendida preghiera che mi sono ritrovato qui in Africa:
«Non Ti ringrazio per l’acqua ma per la sete che mi permette di cercarla e di berla… Non ti ringrazio per il cibo ma per la fame che mi permette di mangiarlo… e non ti ringrazio per tutti i miei successi ma per la voglia che mi dai di rincominciare tutti i giorni…».
La preghiera, care lettrici e lettori, non è una formula magica ma uno stile di vita, un atteggiamento del cuore per cui il mio rapporto con Dio mi permette di vedere con occhi nuovi il mondo che mi circonda e mi fa render conto che tutto ciò che ho chiesto mi è stato già donato.
Ecco perché Gesù, oggi, c’ invita a pregare sempre e non stancarci mai: perché «Sempre» e «Mai» sono prerogative che appartengono solo a Dio.
Sia fatta la Tua volontà non è una sentenza di fallimento della mia libertà e della mia volontà ma è l’incredibile miracolo di un cuore che si arrende al sempre e al mai. E qui e ri-scoppiato il chiasso: è la ricreazione.
Fantastica missione.
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