Sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai questo?»

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno C)

Dal Vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.

Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa.

Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.

Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava.

E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».

Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso.

Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

(Lc 2,41-52)

Commento a cura di Diego Zanda

La festa di questa domenica celebra la Santa Famiglia di Nazareth, che viene posta, come si prega nella Colletta della Messa, quale «vero modello di vita» a cui aspirare e a cui conformarci.

Eppure, se consideriamo la Santa Famiglia con uno sguardo «razionale» tutto si trova (a prima vista) tranne che la «normalità» della famiglia cristiana che siamo soliti pensare.

Maria, Immacolata fin dal suo concepimento, rimane incinta per opera dello Spirito Santo: nessuna mamma, per quanto brava, buona e amorevole, può pensare di conformarsi alla Vergine o di replicare la sua maternità.

Giuseppe è il padre legale e adottivo di Gesù: per quanto lodevole ed encomiabile, tale situazione, tuttavia, non rispecchia la prassi comune delle nostre famiglie.

Il fatto, poi, che Gesù sia figlio unico, contraddice, ancora una volta, il modello di famiglia cristiana che siamo soliti predicare: tante volte ci viene ricordato che i figli sono una benedizione di Dio, e giustamente vengono elogiate quelle famiglie numerose che si sono aperte alla bellezza della vita.

Eppure la famiglia di Nazareth, che si pone come nostro modello, ci fa contemplare «solo» il bambino Gesù come unico frutto del loro amore.

Ci si può domandare, conseguentemente: come possono essere, allora, Maria e Giuseppe, dei modelli per le nostre famiglie, se l’una rimane un ideale irraggiungibile impossibile da concretizzare e l’altro vive la sua paternità in una specificità che non può diventare norma generale da imitare? 

Come può la famiglia di Nazareth essere modello di santità per le nostre famiglie, se essa ha vissuto la propria santità in modo totalmente altro rispetto alla nostra realtà concreta? 

Il grande rischio, dunque, è concepire la Santa Famiglia come modello inaccessibile di vita cristiana, che solo loro hanno potuto vivere in forza della loro perfezione.

Niente di più falso: la Chiesa pone dei modelli solo se possono essere realmente imitati e perseguiti.

Pertanto, il passo che dobbiamo compiere è una «destrutturazione» di un modello ideale ed etereo. 

Dobbiamo seriamente porci questa domanda: perché la Santa Famiglia è santa? Non per la santità e la perfezione di Maria e Giuseppe; la Santa Famiglia è santa per la presenza di Gesù Cristo nella loro vita. 

La famiglia di Nazareth è l’ideale più alto della famiglia cristiana perché Maria e Giuseppe hanno saputo accogliere nella loro vita e nella loro relazione la presenza di Gesù Cristo.

Non esiste la famiglia perfetta.

Neppure la santa famiglia lo è stata (in un certo senso), e il Vangelo di questa domenica ci mostra tutta la fatica e le incomprensioni che Maria e Giuseppe hanno dovuto vivere nell’educazione del Figlio di Dio.

Non serve essere perfetti per essere Santi, ma «semplicemente» vivere della presenza di Cristo nella propria famiglia, ciò che la Famiglia di Nazareth ha fatto nel modo più radicale.

Ecco che allora la Santa Famiglia diventa il modello più sublime e più bello per le nostre famiglie, che possono diventare sante se esse sanno accogliere la presenza di Gesù Cristo Salvatore in mezzo a loro.

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