Tu sei Simone, sarai chiamato «Cefa», che significa Pietro II Domenica del Tempo ordinario (Anno B)

tu seiDal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro. 

(Gv 1,35-42)

Da questo numero sarà il vicario generale, monsignor Franco Puddu, biblista, a commentare il Vangelo domenicale. Un grazie a don Andrea Busia per il servizio assicurato nelle ultime settimane.

Commento a cura di Franco Puddu

Leggiamo il Vangelo con una lente d’ingrandimento per cogliere l’evidenza degli elementi del racconto, quindi anche il valore dell’annuncio. La chiamata dei primi apostoli, nel Vangelo di Giovanni, si connota per la messa in evidenza di due di loro, Andrea e Pietro, che incontrano Gesù attraverso una figura mediatrice: il primo da parte del Battista nel contesto della seconda proclamazione dell’Agnello di Dio, poi Pietro per la diretta presentazione e testimonianza del fratello Andrea. Dopo anche Filippo sarà il tramite della chiamata di Natanaele. Colui che è stato chiamato diventa a sua volta strumento di chiamata per altri. Siamo provocati, in un certo modo, ad approfondire quanto sia stata o possa essere importante la testimonianza che introduca al mistero della conoscenza di Gesù ed anche alla scoperta della sua chiamata.

Un altro aspetto che richiede attenzione è il rapporto diretto e personale che Gesù intraprende con coloro che chiama: ad Andrea e l’ignoto compagno, che già stanno seguendo Gesù, rivolge la domanda in forma diretta «Chi cercate» e su Pietro volge fisso il suo sguardo profondo, come a porgere un gesto di singolare individuazione, ma anche per richiamare un’attenzione intensa. Non siamo davanti a relazioni generiche, puramente occasionali, ma il «fissare lo sguardo» sia da parte del Battista nei confronti della presenza di Gesù sia da parte di Gesù nei confronti di Pietro, dice di relazioni pregnanti che esprimono profonda ricerca e attenzione alle persone, al valore degli incontri. Accogliamo l’annuncio a vivere un rapporto diretto e personale con Gesù, ancora per chiarire o verificare la nostra vocazione.

La chiamata dei discepoli è inserita nella trama degli eventi quotidiani: Andrea viene colto nell’ambito della personale ricerca come discepolo del Battista, Pietro nel rapporto parentale con Andrea e nell’ambito immediato della vita quotidiana, «alle quattro del pomeriggio».

Anche l’attenzione ai titoli attribuiti a Gesù è significativa per la comprensione del Vangelo. Nell’ambito della progressiva rivelazione dell’identità di Gesù (Gesù/Agnello di Dio; Rabbì/Maestro; Messia/Cristo) si qualifica l’identità e il nuovo ruolo del discepolo (Simone/Cefa/Pietro), che diventa tale per un vero e proprio dono da parte di Gesù stesso. La riqualificazione del nome esprime il nuovo orientamento della persona stessa e del suo destino, Simone non è più un qualsiasi membro del clan famigliare «figlio di Giovanni», ma diventa «Cefa», «roccia», il fondamento. Incontrare Gesù cambia la vita!

Nella breve pagina di oggi, inoltre, sono già presenti una serie di verbi che saranno utilizzati in tutto il Vangelo di Giovanni: ascoltare, cercare, vedere, trovare, seguire, dimorare, rimanere, essere. Tutti si riferiscono all’esperienza del credere, a volte sono veri e propri sinonimi.

Il valore della testimonianza, il valore delle relazioni e degli incontri, l’attenzione alla chiamata di Gesù e la relazione personale con Lui, le situazioni di vita in cui si rivela la chiamata, la ricomprensione della propria identità in relazione alla progressiva conoscenza di Gesù: sono tutti elementi dell’annuncio che invitano ad un profondo ascolto nei percorsi di maturazione della fede e della vocazione.

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