Grazie alla V edizione dei Corridoi universitari per rifugiati
Una nuova opportunità per Innocent Creus.
La Chiesa di Cagliari in sinergia con l’Università rinnova l’impegno con il progetto Unicore – Corridoi universitari per rifugiati giunto alla V edizione.
Lo scorso 13 ottobre è arrivato nel capoluogo sardo Innocent Creus Rugamba, 27 anni, originario del Congo e rifugiato in Uganda, che studierà relazioni internazionali nell’Università cagliaritana.
Un diploma in scienze nella scuola secondaria di Goma, sua città natale, da cui è dovuto fuggire nel 2012 insieme alla sua famiglia, per rifugiarsi in un campo profughi in Uganda. Lì, nel 2017 è riuscito a iscriversi all’Università, grazie a una borsa di studio Unhcr, e a studiare «Community Development» nella «Bugema University» a Kampala, dove si è laureato nel 2020.
«Ho dovuto aspettare 5 anni perché ogni anno solo due studenti scelti nel campo profughi hanno l’opportunità di studiare. Ho optato per un settore non scientifico sia perché le università scientifiche sono troppo costose, sia perché in questi anni ho maturato il desiderio di intraprendere studi che mi consentissero di aiutare i rifugiati presenti nello stesso campo».
Così, in questo ultimo, si mette a disposizione come insegnante: lezioni su sartoria, «life skills», gestione finanziaria, destinate a donne e bambini.
Poi, l’opportunità all’Università di Cagliari: «Mi piace questo corso perché, oltre alla teoria, esso consente di svolgere esperienze pratiche. Vorrei lavorare nelle organizzazioni internazionali che aiutano i rifugiati, come l’Unhcr, e svolgere un’azione di advocacy soprattutto a sostegno di donne e bambini, prime vittime di violenze e con meno opportunità per il futuro».
Un progetto portato avanti grazie a una Chiesa in prima linea nell’accoglienza: «Esso – commenta l’arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi – mostra l’importanza del verbo “promuovere”, come ricordato dal Papa a Marsiglia: non basta accogliere, proteggere, ma occorre rendere queste persone protagoniste per se stesse, per la comunità e il paese in cui devono essere integrate. Ecco allora che la vera accoglienza è promuovere, non assistenza, ghettizzazione, ma valorizzazione delle capacità e delle risorse di questi nostri fratelli dentro i nostri contesti sociali ed educativi».
Innocent Creus, come gli altri studenti Unicore, sarà accompagnato nel suo percorso di integrazione dalla Caritas diocesana insieme al College Universitario Sant’Efisio, con il sostegno della Fondazione di Sardegna.
«Questa – dice il direttore Caritas don Marco Lai – è la strada giusta: offrire ai giovani la possibilità di scegliere se restare nei propri paesi o partire altrove, nell’ambito di un percorso garantito e sicuro, nel segno di una nuova civiltà: una civiltà dell’incontro, dell’accompagnamento di storie disperate che possono diventare di inclusione, condivisione, in cui gli stessi giovani possono dare il loro contributo all’interno della nostra società».
Una nuova opportunità per Innocent Creus.
Maria Chiara Cugusi
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