Vegliate perché non sapete quando il padrone tornerà I Domenica di Avvento (Anno B)

VegliateDal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.

Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

(Mc 13, 33-37)

Da questo numero sarà don Andrea Busia, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica, a commentare il Vangelo.

A monsignor Franco Puddu, il grazie per il servizio offerto nelle ultime settimane.

Commento a cura di Andrea Busia

Vegliate, vegliate, vegliate: per ben tre volte, in questo breve brano, Gesù dà questo comando ai discepoli riuniti attorno a lui. La sola quantità basterebbe a far capire l’importanza di questo ordine o, se si preferisce, la pericolosità insita nell’ignorarlo. Nei versetti precedenti troviamo Gesù che annuncia il ritorno del figlio dell’uomo: «Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo» (Mc 13,26-27) e ancora dopo, subito prima del nostro brano, «Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre» (Mc 13,32), immediatamente prima del brano che leggiamo questa domenica. Due sono le informazioni fondamentali: il Figlio dell’uomo, cioè Gesù stesso, ritornerà nella sua gloria e il momento in cui questo avverrà è ignoto a tutti tranne a Dio Padre. È facile capire come il ritorno del Figlio dell’uomo non sia un evento come gli altri, segnerà la fine del mondo come lo conosciamo («Il cielo e la terra passeranno», v. 31) e ci immergerà in una realtà nuova, a noi sconosciuta. Se ci prepariamo, giustamente con attenzione e per tempo, ai grandi eventi della nostra vita (matrimonio, ordinazione, professione religiosa, nascita dei figli e via dicendo), a maggior ragione dobbiamo prepararci ed attendere questa seconda venuta di Cristo che non solo cambierà e trasformerà la nostra vita (come negli esempi sopra riportati), ma la porterà alla sua pienezza perché vedremo Dio faccia a faccia e non dovremo più temere nulla, né morte, né lutto, né dolore o sofferenza.

Allo stesso tempo, però, l’ignoranza su quando Cristo si manifesterà nella sua gloria e potenza ci è ignoto, e da questo deriva il triplice invito o, meglio, comando molto forte presente nel vangelo di questa domenica: «vegliate». «Vegliare» significa non dormire, essere attenti, ed essere pronti. Veglia la sentinella di guardia, veglia la persona che sta accanto al letto del malato, si veglia con speranza che accada qualcosa di bello o con timore che accada qualcosa di brutto. In questo caso ci viene chiesto di vegliare e attendere il ritorno di Cristo, quindi di vegliare con la speranza di essere liberati dai lacci della sofferenza e della paura della morte.

«Non dormire» è la prima delle condizioni della veglia che abbiamo elencato: quando dormiamo siamo impotenti, incapaci di decidere e di agire consapevolmente, totalmente in balia degli altri. Non dormire, spiritualmente, significa non lasciarsi andare in balia delle passioni, degli istinti, delle tentazioni ma mantenere la padronanza di noi stessi, la capacità di agire secondo giustizia in obbedienza alla volontà di Dio. «Essere attenti», la seconda delle condizioni, significa aguzzare la vista per non perdere i segni della presenza, del passaggio di Gesù. È vero che nel Vangelo si dice che tornerà all’improvviso, ma è anche vero che nella nostra vita attuale possiamo scorgere i segni della sua presenza e questi non vanno ignorati.

«Essere pronti» perché bisogna prepararsi all’incontro con il Signore. Non si può lasciare al caso, né si può rimandare tutto alla confessione del capezzale. Ogni giorno bisogna prepararsi e ogni giorno bisogna viverlo come se fosse l’ultimo, quello decisivo, perché potrebbe effettivamente esserlo, il Figlio dell’uomo potrebbe tornare anche mentre stiamo leggendo questo commento o mentre si fa la spesa o in ogni altro momento, anche se noi non ci pensiamo.

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