Domenica 2 ottobre, nel pomeriggio, ci ritroveremo a Bonaria per celebrare il Giubileo dei migranti. Un’occasione per cogliere le ricchezze spirituali e i doni di grazia di questo anno straordinario, con il nostro vescovo Arrigo Miglio che presiederà la Messa.
Viviamo un’epoca che ci richiama al nostro essere fratelli capaci di accogliere altri fratelli, in fuga da fame, da miseria e da guerra, per cercare altrove un luogo nel quale poter far crescere i propri figli. Non c’è più spazio e diritto di opporsi, in questo tempo, all’integrazione, perché questa accoglienza sia una libera scelta e non il frutto di un’imposizione dovuta alla crisi le cui conseguenze sono agli onori della cronaca.
Il rapporto Caritas – Migrantes sul fenomeno migratorio, presentato a luglio, lo ha ribadito. Il sottotitolo di questo 25° rapporto era «Cultura dell’incontro», quasi a voler sintetizzare, con la forza di uno slogan, un invito all’azione, una linea guida da intraprendere per lo sviluppo di una nuova civiltà culturale di giustizia e pace. Civiltà che non può sorgere, stando alle parole del segretario della Cei Nunzio Galantino, se non abbattendo i luoghi comuni del linguaggio mediatico. Termini quali: «invasione», «emergenza», «crisi» risuonano continuamente all’orecchio dell’audience allargando la forbice tra percezione e realtà, alimentando ingiustificate paure. Sebbene sia vero come i flussi migratori si incrementino in concomitanza di eventi quali guerre, carestie o crisi essi sono fenomeni strutturali alla società umana, tanto che nessuno può dirsi certo di un’assoluta appartenenza al territorio in cui vive se risale anche di poche generazioni il proprio arco genealogico. Un’occhiata all’estrazione sociale degli attentatori della strage di Dacca, dello scorso luglio, potrebbe confutare definitivamente l’equazione «terrorismo uguale immigrazione», ma in realtà quel che finisce per prevalere è una visione ideologica e integralista.
Alcuni Stati si sentono già di voler riaffermare i princìpi cristiani, semplicemente come risposta di antitesi all’Islam. Ma si tratta di falsi princìpi, che favoriscono lo scontro alla cooperazione e rischiano di far ripiombare la società in una nuova epoca oscurantista.
Da qui la necessità di un cambio di prospettiva come ben ha intuito papa Francesco, il primo a comprendere questa urgenza. Di recente ha istituito il nuovo «Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale», con la sezione sui migranti diretta da lui stesso, per dimostrare quanto sia fondamentale nei tempi che stiamo vivendo.
L’ufficio diocesano Migrantes è disponibile al dialogo e all’integrazione, nel rispetto reciproco senza che si operi per fare dell’altro uno uguale a sé, ma si abbia la capacità di rispettarlo, di aiutarlo a crescere e, allo stesso tempo, di imparare da lui, creando una rete collaborativa tra italiani e nuovi cittadini che promuovono insieme una cultura dell’incontro.
E il tema dell’incontro sarà al centro dell’appuntamento di domenica prossima. Alle 14 ci ritroveremo nella basilica di Bonaria per vivere un’esperienza comune, nell’Anno della Misericordia, con Caritas, Stella Maris diocesana e le comunità etniche.
Un modo per conoscerci e costruire ponti e dialogo.
Stefano Messina – Direttore Migrantes
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