Al servizio della chiamata alla santità L’Ufficio diocesano per la Pastorale delle vocazioni è impegnato, attraverso la sua equipe, in attività di animazione, soprattutto con e per i giovani

EvidenzaUn giorno, quando ero ancora seminarista presso il Seminario minore, avendo in mano i documenti del Concilio Vaticano II, mi capitò davanti il n. 40 della «Lumen Gentium». Rimasi piacevolmente sorpreso nel leggere che tutti i battezzati hanno una vocazione comune, quella universale alla santità: «tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità». Non ci avevo mai pensato, eppure è stupendo. Questo mi aiutò a rielaborare personalmente la mia vocazione al presbiterato, vocazione al servizio delle altre vocazioni. Credo che sia stata una delle grandi intuizioni del Concilio, anche se, a dire il vero, era già stata teorizzata in passato, per esempio da san Francesco di Sales nel cap. III della «Filotea»: «La devozione deve essere vissuta in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla nubile, dalla sposa; ma non basta, l’esercizio della devozione deve essere proporzionato alle forze, alle occupazioni e ai doveri dei singoli».

Il principale servizio che l’equipe di Pastorale vocazionale rende alla Chiesa diocesana è essenzialmente quello di essere a servizio della comune chiamata alla santità di tutti i fedeli, mediante l’animazione vocazionale delle varie realtà pastorali presenti nella diocesi. La «parte migliore» è certamente data dall’Adorazione eucaristica vocazionale ogni prima domenica del mese nella chiesa di Sant’Antonio abate in via Manno, momento privilegiato di incontro con il Signore faccia a faccia, scandito da silenzio, canti, preghiere, catechesi e possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione. Per i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni, desiderosi di comprendere a quale via di felicità il Signore li sta chiamando, la Pastorale vocazionale propone, ogni ultima domenica del mese, il «Pre-seminario», un percorso fatto di fraternità, gioco e preghiera. Inoltre, per i ragazzi più grandi che frequentano già le scuole superiori, una volta al mese viene proposto un intero «Week-end vocazionale», per potersi mettere in ricerca del progetto che il Signore ha pensato per loro dall’eternità.

Tra le tante attività vanno certamente menzionate le Giornate vocazionali nelle parrocchie, nelle quali si entra in contatto con tutte le realtà parrocchiali locali, organizzando per loro momenti di preghiera, gioco e catechesi. È l’occasione privilegiata per ascoltare anche alcune testimonianze vocazionali. La giornata avviene sempre in stretta collaborazione con l’equipe di pastorale familiare. Tra le tante attività viene proposto lo «Special guest», un ritiro pensato per i cresimandi, per aiutarli a conoscere meglio questo ospite speciale che abita dentro di loro: lo Spirito Santo, aiuto indispensabile per chi sta cercando ancora di capire qual è la sua strada. Se ancora non bastasse, l’equipe di pastorale vocazionale è a disposizione dei docenti di religione per lo «Stand up», momento di dialogo e confronto durante le ore di lezione.

Ma il fiore all’occhiello è certamente la Giornata dei ministranti; un appuntamento importante e molto atteso dai nostri ministranti per poter crescere sempre di più insieme nell’amicizia con Gesù.

Infine vi sono i campi scuola estivi: se nove mesi non bastano per incontrasi durante l’anno, la Pastorale vocazionale desidera andare oltre incontrando i ragazzi anche d’estate, per trascorrere qualche giorno all’insegna del gioco, della preghiera, della catechesi e del mare.

Da tutto ciò è evidente che le occasioni sono tante, e le energie necessarie ancora di più, ma esse non sono mai troppe se spese gratuitamente per aiutare i nostri giovani a realizzare quell’incontro speciale e del tutto personale con il Signore Gesù.

L’equipe di pastorale vocazionale getta il seme nel cuore dei nostri giovani: altri saranno, probabilmente, coloro che ne raccoglieranno i frutti.

Francesco Deffenu

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