«Alleanza terapeutica» tra medico, paziente e familiare

L’11 febbraio si celebra la Giornata mondiale del Malato

(Foto Agensir)

Nei giorni scorsi, visitando un reparto, sono stato colpito dall’entusiasmo col quale un paziente parlava in video-chiamata.

Mi ha anche invitato a unirmi alla conversazione, culminata con la benedizione per tutti i presenti.

Bel momento di vita ospedaliera, nobilitato dalla notizia del futuro matrimonio tra i due appassionati interlocutori.

Lieta notizia, inevitabilmente commentata dai presenti con un sorriso dolce, spensierato e assolutamente privo di ironia.

Sì, perché il paziente e la sua fidanzata, in due non raggiungono i 20 anni!

I bambini non finiscono mai di stupire, con il loro impegno nella scoperta, con la loro e soltanto loro, spensierata serietà.

Sono capaci di affermazioni spontanee che spesso trovano conferma nei molteplici insegnamenti della Sacra Scrittura, dei Padri e del Magistero della Chiesa.

Nelle parole di questo bambino, molte affermazioni e soprattutto l’inizio del messaggio di papa Francesco per la XXXII Giornata Mondiale del Malato: «Non è bene che l’uomo sia solo».

Scrive il Santo Padre: «la nostra vita, plasmata a immagine della Trinità, è chiamata a realizzare pienamente sé stessa nel dinamismo delle relazioni, dell’amicizia e dell’amore vicendevole».

Splendido spunto di riflessione, seguito da accorata sottolineatura del dramma della solitudine e da rinnovata denuncia della cultura dell’individualismo, inevitabilmente destinata a degenerare nella cultura dello scarto.

Chi, più del malato può essere vittima del drammatico binomio individualismo – scarto?

Abbiamo celebrato da poco la Giornata della Memoria… non aggiungo altro ma invito ad andare a vedere, per la prima o per l’ennesima volta, nel film «La vita è bella» di Roberto Benigni, la scena del problema di matematica per i bambini di terza elementare.

Enunciato del problema: «Un pazzo costa allo stato 4 marchi al giorno…».

Ascoltiamo, osserviamo e lasciamoci interrogare da tanta disumana disinvoltura.

Sono estremismi, per giunta cinematografici, sicuramente ancorati al passato ma forse solo parzialmente.

Nelle guerre odierne, puntualmente denunciate da papa Francesco, la conferma di questa vergognosa parzialità: partecipo con dolore alla condizione di sofferenza e di solitudine di quanti, a causa della guerra e delle sue tragiche conseguenze, si trovano senza sostegno e senza assistenza.

Noi abbiamo la fortuna di non essere vittime di assurde aggressioni e scriteriati bombardamenti, da noi il diritto alla salute non è soltanto uno slogan ma anche una realtà, sicuramente da migliorare ma non certo da inventare.

Papa Francesco, tuttavia, non si accontenta di cure esistenti e servizi sanitari più o meno efficienti, infatti: l’abbandono dei fragili e la loro solitudine sono favoriti anche dalla riduzione delle cure alle sole prestazioni sanitarie, senza che siano saggiamente accompagnate da una «alleanza terapeutica» tra medico, paziente e familiare.

Non avevo mai sentito parlare di «alleanza terapeutica», trovo che sia una straordinaria attualizzazione del fondamentale concetto biblico di Alleanza.

Chi di noi osa pensare che si possa parlare di Comandamenti e Beatitudini, prescindendo dal concetto di Alleanza?

Ebbene anche la cura del malato non può limitarsi a diagnosi e terapia, prescindendo dal concetto di «alleanza terapeutica».

Promuoviamo questa «alleanza», imitando non banalizzando l’autenticità dei bambini, affrontando non minimizzando la malattia della solitudine, attualizzando non annacquando la Parola di Dio, valorizzando non stravolgendo il messaggio di papa Francesco.  

Don Marcello Contu – Direttore Ufficio diocesano di Pastorale della Salute

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