Una giornata per celebrare la comune appartenenza all’istituto formativo del clero sardo.
Si è celebrata oggi la seconda Giornata degli ex-allievi del Seminario regionale, con ospite il Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu.
Ad aprire i lavori un incontro nell’Aula Magna del Seminario, alla presenza della quasi totalità dell’episcopato isolano, di una nutrita delegazione del clero sardo e dei seminaristi, che stanno portando avanti il percorso verso l’ordinazione presbiterale.
Nell’introduzione il rettore, don Antonio Mura, ha ricordato come la giornata sia stata concepita quale momento in cui i membri di una stessa famiglia, la Chiesa sarda, si ritrovano, in nome della comune appartenenza, in quello spirito di comunione presbiterale che Francesco ha indicato nell’udienza privata dello scorso 17 febbraio, concessa ai seminaristi e all’equipe educativa, guidata dal rettore Mura e alla presenza dei Vescovi sardi.
Nel suo saluto, in qualità di presidente della Conferenza episcopale sarda, monsignor Arrigo Miglio ha ricordato come già dagli anni ’90 la stessa struttura del Seminario fosse stata pensata e realizzata in uno spirito di condivisione tra l’episcopato isolano, per venire meglio incontro alle necessità di chi si prepara al presbiterato.
Centrale la relazione di monsignor Becciu che, nel tracciare il profilo del presbitero alla luce del magistero di Francesco, ha richiamato alcuni concetti fondamentali: la Misericordia, la comunione presbiterale e l’esercizio del ministero sacerdotale al servizio del popolo affidato.
«Non si può – ha affermato Becciu – pensare ad un prete che non viva in comunione con il proprio vescovo o con i confratelli. Dopo l’ordinazione sacerdotale ciascuno di noi è chiamato a vivere in dialogo con i sacerdoti della diocesi e con il pastore che la guida. Non esistono, ha detto più volte il Papa, preti che vivono in solitudine, senza alcun rapporto o con scambi sporadici con i confratelli. Allo stesso modo siamo chiamati ad andar incontro alla gente, a farci prossimi con i più deboli, quelli senza lavoro, senza dignità, che vivono ai margini. L’invito di Francesco è a stare tra la gente per ascoltare e condividere insieme a loro le fatiche quotidiane».
Un accenno poi alle difficoltà che il clero vive oggi. «La nostra – ha detto ancora il presule – è una società nella quale le dinamiche sono cambiate, dove i valori e le modalità che sempre l’hanno caratterizzata non ci sono più».
Da qui la necessità di orientare l’azione pastorale tenendo conto delle mutate condizioni sociali, in una prospettiva di accoglienza, con la quale scongiurare l’atteggiamento di lontananza verso la stessa società.
Nella Messa, celebrata nella Cappella del Seminario, monsignor Becciu, nel corso dell’omelia, ha ricordato come la liturgia della Parola richiamasse il diaconato e quindi il servizio che ciascuno dei consacrati è chiamato a mettere in pratica nel suo ministero.
«Il servizio – ha detto il Sostituto di Segreteria – è ciò che siamo stati chiamati a realizzare. Francesco ci ha detto di andare incontro alle persone perché è questo che i fedeli si aspettano: preti capaci di ascoltare».
Nel pomeriggio nella Cappella Maggiore, è stata celebrata la Prima sessione dell’inchiesta diocesana sull’eroicità delle virtù del Servo di Dio don Antonio Loi, originario di Decimoputzu, ma anche seminarista della diocesi di Iglesias.
Roberto Comparetti
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