Educare i figli al mondo digitale: regole e indicazioni

Parla Luca Pisano, psicologo dell’Osservatorio Cybercrime

I segnali sono chiari oramai da diversi anni: il gap tra genitori e figli continua a crescere.

I nativi digitali molto spesso non sono formati ed educati all’uso consapevole di internet.

«Il funzionamento delle tecnologie – dice Luca Pisano, psicologo dell’Osservatorio Cybercrime – non è più un tratto individuale ma relazionale: si tratta di un aspetto che non può riguardare solo i bambini e gli adolescenti ma gli adulti, l’intera famiglia».

«Per essere consapevoli occorre però che gli adulti, per primi, siano a conoscenza  dei meccanismi della rete, i giochi, le serie televisive e ciò che interessa di più bambini, adolescenti e pre-adolescenti».

«Ciò che spesso manca ai genitori è l’esperienza digitale: oggi si potrebbe quasi dire che fare i genitori oggi è un esercizio “abusivo” della professione, perché un genitore insegna ai figli qualcosa che non conosce».

Fino al 2009 i genitori avevano qualcosa da insegnare ai  propri figli, perché le esperienze genitori – figli erano similari, e gli adulti dovevano controllare i minori.

L’avvento degli smartphone, con connessione continua, ha cambiato tutto.

«I genitori – riprende Pisano – devono gestire il mondo digitale, che di fatto è una struttura di contenitori: social network, youtubers, videogame, serie tv, anime, manga, musica trap, rap e reggaeton».

«Si tratta di contenitori moderni, dei quali il genitore non ha fatto esperienza, di quella che di fatto è una cultura digitale, che in alcuni casi diventa una sub-cultura, quando questi contenuti enfatizzano la devianza». 

Per ciò occorre che genitori e figli condividano le esperienze di questo nuovo mondo.

«È necessario – ha specificato lo psicologo – che i genitori imparino a digitalizzare i propri pensieri e i propri comportamenti, perché se non passano attraverso l’esperienza della digitalizzazione, non posso essere guide per i figli».

Da qui nascono alcune domande: come può un genitore educare il proprio figlio all’uso di un videogame se lui stesso non ha mai giocato?

Cosa può dire di educativo su uno youtuber se non ha mai visto un video?

Ma soprattutto quali argomenti può intrattenere un genitore se non partecipa alla vita digitale dei figli?

«Spesso – riprende Pisano – i genitori si lamentano di non avere argomenti di cui parlare con i figli».

«Questo nasce, purtroppo, dal gap che si è generato tra generazioni, tra pre-digitali e i cosiddetti nativi digitali».

Da qui la necessità di educare i figli al mondo digitale, con i genitori che devono impegnarsi nel partecipare all’esperienza digitale dei propri figli, che non si riduca però al regalo dello smartphone, che porta ad un pericolosissimo «fai da te», e quindi ad una sorta di abbandono digitale del minore.

Per scongiurare un pericolo del genere occorre dunque che gli adulti si «calino» nel mondo nel quale i minori sono immersi e di cui poco o nulla sanno.  Occorre educare i figli al mondo digitale.

«Se mio figlio vuol giocare con “Brawl Stars” – conclude lo psicologo – è necessario che prima giochi io con il videogame, così come per una serie tv prima è necessario che l’adulto guardi e comprenda di cosa si tratta».

«Prima faccio quell’esperienza e solo dopo permetto a mio figlio di poterla fare. Purtroppo accade sempre più spesso che siano prima i figli e poi i genitori a fare l’esperienza». 

Occorre invertire la tendenza e ristabilire delle priorità.

Roberto Comparetti

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