Il Forum delle Associazioni Familiari ha presentato il «Patto per la natalità» in Senato.
Il documento denuncia la drammatica situazione demografica di un Paese che non cresce, che non fa figli, che non mette su famiglia, che invecchia. Una inesorabile china discendente certificata, quando ancora ce ne fosse bisogno, dall’ultimo rapporto Istat uscito proprio qualche giorno fa. Sarebbe il caso di dire: «Noi l’avevamo detto», una amara constatazione.
Le associazioni familiari, e il Forum in testa, denunciano da anni l’inverno demografico nel quale si trova l’Italia, alla pari di quasi tutte le nazioni dell’occidente industrializzato. La situazione italiana è però più grave (e quella sarda lo è ancora di più) perché, a differenza di altri paesi, non si intravvede all’orizzonte nessuna misura concreta di contrasto alla denatalità o un qualsivoglia abbozzo di politiche familiari strutturali e organiche. Il fallimento della Conferenza nazionale sulla Famiglia dello scorso settembre, con i ministri Padoan e Boschi a confessare che, come sempre, non ci sono risorse e che bisogna tenere in ordine i conti perché «ce lo chiede l’Europa», è stata la dimostrazione plastica dell’indifferenza dal Palazzo alla vita delle famiglie.
In piena campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo, mentre impazzano le promesse di bonus e detrazioni fiscali per le famiglie con figli – chi più ne ha più ne metta – il Forum ha preferito un cambio di passo e di prospettiva, elaborando un documento di grande rigore, ricco di dati e di grafici che testimoniano, nella loro asciutta eloquenza, la gravità della situazione demografica. Si chiede ai segretari dei partiti impegnati nella contesa elettorale di impegnarsi a elaborare politiche familiari efficaci fin dall’avvio della prossima legislatura.
Un appello rivolto a tutti, senza preclusioni nei confronti di alcuno, ma anche senza fare sconti a nessuno.
La situazione è drammatica. Occorre mettere da parte approcci ideologici a temi che possono rivelarsi scivolosi e divisivi, come la natalità, la famiglia, l’immigrazione e assumere invece, da parte di tutti, una responsabilità condivisa e trasversale sulla necessità ormai ineludibile e strategica di politiche familiari organiche e strutturate, capaci di guardare al lungo periodo e di restituire alle famiglie la speranza nel futuro.
È già passato troppo tempo e i danni ci sono già. Occorrerà altrettanto tempo per invertire la tendenza. Intanto però una popolazione che non cresce e che invecchia significa già, oggi, che migliaia di insegnanti nei prossimi anni non avranno una classe ad attenderli, che la sostenibilità del sistema pensionistico e dell’assistenza sociale sono già incrinati, che la quota di giovani che si affaccerà sul mondo del lavoro e dell’università nei prossimi anni continuerà a decrescere compromettendo la generazione e il consolidamento del capitale umano, che, per contro, continuerà a crescere la spesa pensionistica e quella sanitaria.
Eppure i giovani e le donne italiane desiderano ciò che desideravano i nostri nonni: un lavoro, mettere su famiglia, avere dei figli, una casa. Il desiderio di avere dei figli non tramonta mai: le famiglie italiane, quelle che hanno in media 1,2 figli, vorrebbero averne più di due, che poi è il minimo per garantire la sostituzione delle generazioni.
Le soluzioni ci sono: politiche familiari e fiscali coraggiose, anche in termini di risorse, e verificabili negli impatti; misure efficaci di conciliazione famiglia-lavoro, anche attraverso servizi alle famiglie adeguati e a basso costo; incentivazione del lavoro femminile; sostegni concreti alla natalità.
Il Forum sardo delle Associazioni familiari presenterà il 22 febbraio a Cagliari il «Patto per la natalità» alla politica regionale, anche in vista delle elezioni regionali che ci saranno fra un anno. Staremo a vedere se la politica e le istituzioni si accorgeranno che il problema non è più eludibile o rinviabile.
Eugenio Lao – Presidente Forum delle Associazioni Familiari della Sardegna
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