Gioia speranza e pace: coordinate del percorso

Le sensazioni e le riflessioni sulla GMG di Lisbona

Gioia speranza e pace.

C’è chi ha fatto anche 11 ore di bus per attraversare la penisola iberica, chi con un volo di due ore dall’Isola è giunto in Portogallo. 

Nei primi momenti della GMG di Lisbona in tutti, però, prevale il sorriso e la voglia di vivere l’appuntamento come un inizio e si sa che gli inizi sono sempre forieri di gioia, di speranza. 

Parole che monsignor Giuseppe Baturi ha indirizzato ai giovani nella Messa di apertura.

Gioia, speranza e pace sono le coordinate indicate dall’Arcivescovo sia ai presenti in chiesa sia a tutti quelli che, da ogni parte del mondo, hanno vissuto la Giornata mondiale dei Giovani.

Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale ha rivolto un pensiero ai giovani di Lisbona. 

«Tantissimi giovani, di tutti i Continenti, – ha detto il Pontefice – sperimenteranno la gioia dell’incontro con Dio e con i fratelli, guidati dalla Vergine Maria, che dopo l’annunciazione «si alzò e andò in fretta» (Lc 1,39). A Lei, stella luminosa del cammino cristiano, tanto venerata in Portogallo, affido i pellegrini della GMG e tutti i giovani del mondo».

Un atto di affidamento che anche i 220 partiti da Cagliari hanno compiuto al loro arrivo, partecipando alla Messa internazionale nel santuario mariano di Fatima, concelebrata dal nostro Arcivescovo, insieme ai sacerdoti che hanno accompagnato i giovani delle loro comunità.

Il clou della GMG sabato con la Veglia e domenica con la Messa del Papa. 

Nel frattempo per i giovani le giornate sono state scandite dagli spostamenti, dalla conoscenza tra i diversi gruppi, senza trascurare le catechesi e i momenti di preghiera. 

Oltre il 70 per cento dei partecipanti era alla prima esperienza: questo non può che far ben sperare, perché costruendo momenti come quelli vissute nel corso delle giornate in Portogallo, si gettano le basi per fare di ragazze e ragazzi testimoni di fede, capaci di avvicinare i coetanei, molti dei quali hanno guardato con un po’ di sana invidia coloro che, zaino in spalla, hanno deciso di lasciare per una settimana gli agi di casa, le spiagge e le uscite notturne e di dedicare tempo a costruire relazioni in modo differente.

Le immagini giunte in diversi modi dal Portogallo fotografano una generazione non certo di «sdraiati» ma di persone pronte a mettersi in gioco, a dare un senso alla propria vita. 

Il 20 ottobre del 1985 a Cagliari, l’allora papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, invitava i giovani a cambiare prospettiva.

«Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro», le parole rivolte ai giovani radunati in città.

A distanza di 38 anni l’invito del Papa polacco Santo è ancora valido e proprio nella Giornata mondiale della Gioventù, inventata da Wojtyla, ragazze e ragazzi di tutto il mondo hanno provato a realizzare il capolavoro nella loro vita.

Sarà interessante capire al ritorno come tutto ciò che è stato vissuto in terra lusitana verrà declinato nelle parrocchie, negli oratori e nelle comunità dove i ragazzi e le ragazze abitano. 

A loro il compito di continuare a vivere con quello spirito, di cui c’è bisogno, a noi accogliere questa ventata di freschezza e di entusiasmo, per animare le nostre comunità, impegnate nel cammino sinodale che la Chiesa italiana sta portando avanti.

Roberto Comparetti

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