I poveri li avete sempre con voi: la sfida dell’inclusione

Il Messaggio di Francesco in occasione della Giornata mondiale del Povero

«I poveri li avete sempre con voi».

Il versetto del Vangelo di Marco è il tema che guida la quinta Giornata mondiale del Povero, voluta da papa Francesco. 

C’è chi interpreta il versetto con la necessità di avere una continua vicinanza ai loro bisogni, ponendo al centro dell’azione l’attenzione agli ultimi, quella opzione preferenziale dei poveri, centrale nel Magistero della Chiesa.

C’è chi invece, a volte, interpreta il Vangelo di Marco in maniera diametralmente opposta:

«I poveri li avete sempre con voi», per cui non vale la pena affannarsi, tanto non sarà mai possibile invertire la loro condizione di povertà. Un aiuto può essere dato ma senza avere la priorità per gli ultimi.

In realtà Francesco nel suo Messaggio è molto chiaro: «Gesù non solo sta dalla parte dei poveri – scrive il Pontefice – ma condivide con loro la stessa sorte».

«Questo è un forte insegnamento anche per i suoi discepoli di ogni tempo.

Le sue parole “i poveri li avete sempre con voi” stanno a indicare anche questo: la loro presenza in mezzo a noi è costante, ma non deve indurre a un’abitudine che diventa indifferenza, bensì coinvolgere in una condivisione di vita che non ammette deleghe».

«I poveri – ricorda il Santo Padre – non sono persone “esterne” alla comunità, ma fratelli e sorelle con cui condividere la sofferenza, per alleviare il loro disagio e l’emarginazione, perché venga loro restituita la dignità perduta e assicurata l’inclusione sociale necessaria.

D’altronde, si sa che un gesto di beneficenza presuppone un benefattore e un beneficato, mentre la condivisione genera fratellanza». 

Il Papa specifica bene due azioni: l’elemosina, è occasionale, la condivisione è invece duratura.

«La prima – ricorda Bergoglio – rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve; la seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia.

Insomma, i credenti, quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui».

«Spesso i poveri – ricorda Francesco – sono considerati come persone separate, come una categoria che richiede un particolare servizio caritativo.

Seguire Gesù comporta, in proposito, un cambiamento di mentalità, cioè di accogliere la sfida della condivisione e della partecipazione».

«Diventare suoi discepoli implica la scelta di non accumulare tesori sulla terra, che danno l’illusione di una sicurezza in realtà fragile ed effimera.

Al contrario, richiede la disponibilità a liberarsi da ogni vincolo che impedisce di raggiungere la vera felicità e beatitudine, per riconoscere ciò che è duraturo e non può essere distrutto da niente e nessuno».

Ecco allora l’invito a non perdere mai di vista l’opportunità che viene offerta per fare del bene.

Per il Pontefice «si impone un differente approccio alla povertà.

È una sfida che i Governi e le Istituzioni mondiali hanno bisogno di recepire con un lungimirante modello sociale, capace di andare incontro alle nuove forme di povertà che investono il mondo e che segneranno in maniera decisiva i prossimi decenni». 

«Se i poveri sono messi ai margini, come se fossero i colpevoli della loro condizione  – conclude il Papa – allora il concetto stesso di democrazia è messo in crisi e ogni politica sociale diventa fallimentare».

Roberto Comparetti

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