Nella 37ma Giornata mondiale dei Giovani «Casa Italia» è stata riferimento per tanti
Centinaia di gruppi, migliaia di ragazzi arrivati a Lisbona da 180 diocesi per partecipare alla 37ma Giornata Mondiale della Gioventù hanno varcato la soglia di «Casa Italia», in rua Artilharia 1.
Ogni giorno dalle 9 alle 22, il «quartier generale tricolore» ha accolto i pellegrini italiani con i loro accompagnatori, fornendo informazioni, materiale e supporto, facendo fronte ad eventuali esigenze di tipo sanitario o burocratico, e diventando sempre più un punto di riferimento per tutti, Vescovi e giovani.
«”Casa Italia“ – spiega don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI – non è un luogo di destinazione, ma piuttosto di sosta che, da una parte, ha la funzione concreta di rispondere a dei bisogni e, dall’altra, quella di essere un posto di scambio e incontro, nell’informalità.
«Per i giovani, i capigruppo e i genitori che stanno a casa prosegue don Falabretti – sapere che esiste un luogo così è importante. È come un rifugio in montagna quando scoppia un temporale improvviso; è sapere di poter avere un tetto sulla testa, di poter contare su qualcuno che ti accoglie. I servizi di «Casa Italia» li abbiamo sperimentati e costruiti sul campo, un po’ alla volta, da Cracovia in poi, in base all’esperienza. Si tratta ormai di un modello, anche per le altre Conferenze Episcopali».
Dal 1° al 6 agosto, il presidio medico di «Casa Italia», coordinato dal dottor Riccardo Cazzuffi, pneumologo degli Ospedali Riuniti Padova Sud «Madre Teresa di Calcutta», ha dato assistenza a circa 200 ragazzi per un primo soccorso per lievi patologie.
Grazie alla collaborazione con l’Ambasciatore d’Italia in Portogallo, Carlo Formosa, è stato operativo anche un ufficio dell’Ambasciata, a disposizione di quanti avevano smarrito i documenti.
«Casa Italia» inoltre è stata la base dei media CEI – Avvenire, Tv2000 e inBlu2000, Agenzia Sir – che, ognuno con il proprio stile e linguaggio, hanno offerto un racconto a 360° dell’appuntamento di Lisbona, sulla carta stampata, sui social, sul web, in tv e sulle frequenze radio.
«La circolarità vissuta dai nostri media – sottolinea Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali.è una ricchezza che aiuta anche a comprendere il ventaglio di possibilità con cui avvicinarsi alla realtà: articoli, servizi televisivi, lanci di agenzia… tutto concorre ad ascoltare e a raccontare. Una strada da percorrere con decisione per continuare a leggere con l’occhio della fede quanto avviene intorno a noi. È la sfida per il presente e la grande opportunità per il futuro».
«Il Papa -afferma monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI – ha rivolto tante domande ai giovani; noi lasciamoci interrogare dalla loro presenza. La Gmg non finisce qui a Lisbona: è necessario andare nel mondo, tornare nelle strade, continuare a lavorare e studiare con la certezza di un Amore che ci ha chiamato e consegnato il mandato di dire a tutti di essere amati».
«La Chiesa – conclude il Segretario – deve andare, inquieta ma certa, verso Dio e verso gli uomini; la Chiesa ha bisogno di un nuovo annuncio che non può non camminare con i piedi e con il cuore di questi giovani».
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