Concluso il campo estivo della parrocchia di Sant’Elia
Il Signore ci invita a collaborare con Lui.
Solo l’altro giorno, riponendo il quadro di Sant’Eugenio al suo posto, nel salone parrocchiale della chiesa di Sant’Elia a noi affidata, mi sono reso conto che sulla parete adiacente è appesa una foto di Santa Madre Teresa e che i due sembrano guardarsi.
E così, pensando all’esperienza da poco conclusa, mi è venuto da sorridere.
Sì perché proprio quel giorno stavamo terminando il nostro campo estivo, organizzato dalle suore Missionarie della carità e da noi missionari Oblati di Maria Immacolata, per i piccoli del nostro quartiere, dal titolo «Anche noi santi insieme a Santa Madre Teresa e a Sant’Eugenio».
Come si comprende facilmente il tema di fondo è stato quella della santità, che abbiamo affrontato guardando alle vite concrete di due testimoni a noi cari: i fondatori delle nostre Congregazioni.
Il tutto è avvenuto alternando giorni trascorsi nel quartiere e giorni «fuori casa»: nei primi attraverso delle catechesi abbiamo approfondito la conoscenza del Signore mediante l’esempio di Santa Madre Teresa e Sant’Eugenio; nei secondi abbiamo vissuto esperienze di gioco e svago come andare al parco, in piscina e perfino in una fattoria.
In entrambi i casi abbiamo terminato le nostre giornate dando spazio alla gratitudine per quanto vissuto e chiedendo scusa per i nostri sbagli.
Il nostro percorso si è concluso con la celebrazione eucaristica per ringraziare il Signore dei giorni passati insieme, e con una festa finale a cui sono stati invitati anche i familiari dei ragazzi, con tanto di spettacolo e premiazione dei partecipanti.
Al di là del programma, ripensando al nostro campo, la prima cosa che mi balza agli occhi è la bellezza di lavorare insieme tra consacrati, nella nostra diversità carismatica, uniti dall’essere discepoli-missionari del Signore. Se certamente a volte può essere laborioso, la ricchezza che abbiamo sperimentato è stata un dono prezioso dello Spirito Santo.
Proprio Lui, che è all’origine della nostra diversità, è stato capace di armonizzarci in maniera così bella e fruttuosa.
Fin dall’inizio abbiamo pensato di cercare tra i giovani del quartiere qualcuno che potesse aiutarci con i più piccoli e, allo stesso tempo, si sono uniti a noi anche altri amici provenienti da diverse zone della città e dei dintorni, e addirittura un nutrito gruppo di giovani spagnoli.
Anche in questo caso le diversità erano tante: la provenienza, la formazione e perfino il cammino di fede.
Diversi di noi non si erano mai incontrati prima, ma uniti dal desiderio di metterci a servizio dei più piccoli, il rapporto fra noi è cresciuto e ci siamo arricchiti vicendevolmente.
Infine, se penso ai piccoli, mi viene in mente che fra di loro c’è stato chi ha imparato a tracciare meglio su di sé il segno della croce e anche coloro che hanno superato alcune paure.
Chi si è sentito dire per la prima volta che nel suo cuore abita il Signore e coloro che Lo hanno scoperto presente anche negli altri.
C’è stato chi ha iniziato a gustare di più il cibo e coloro che hanno imparato a prendere nel proprio piatto solo quanto riuscivano a mangiare.
Chi ha cominciato a dire più spesso «grazie» per ciò che ha ricevuto e coloro che hanno imparato a dire «scusa» per i propri errori.
E chissà quanto altro è stato seminato e germoglierà a tempo opportuno con la grazia del Signore!
Scoprire ancora una volta e in modo sempre nuovo che il Signore ci invita a collaborare con Lui, così come siamo, per portare speranza e gioia, genera in me tanta gratitudine.
Questa cresce pensando che ci chiama ponendoci gli uni accanto agli altri, per sostenerci a vicenda e lavorare insieme per il Suo Regno.
Ivan Garro, Missionario Oblato di Maria Immacolata, diacono – parrocchia Sant’Elia
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