Una Messa per gli ammalati e gli operatori sanitari
Era desiderio dell’Arcivescovo fare qualcosa di più per stare vicino al mondo della sofferenza. Niente di più bello che celebrare la Santa Messa nella cappella dell’ospedale Marino, da qualche mese oramai riconvertito in ospedale Covid.
Non una Messa per tanta gente, a causa delle ristrettezze imposte dal distanziamento, ma una Messa per la gente, per stare vicino, in primo luogo agli ammalati e poi a tutti gli operatori del presidio. Nessuno escluso.
Anche se non tutti presenti, l’Arcivescovo ha pregato ugualmente per tutti in questo momento così impegnativo. Quindi non – con – la gente ma – per – la gente.
Monsignor Efisio Spettu, rimasto nel cuore di tutti noi, amava dire che l’ospedale Oncologico era una cattedrale di sofferenza.
Salutando e ringraziando l’Arcivescovo ho fatto mie le parole di monsignor Spettu: «Oggi, Eccellenza, non celebra nella sua cattedrale, così grande e così bella, ma in questa piccola cappella che è similmente una cattedrale…, una cattedrale della sofferenza e che nulla ha da invidiare alla sua chiesa primaziale. È grande questa cappella, perché raccoglie le tante lacrime e le tante preghiere di chi lavora qui, ed è bella perché è sempre aperta ed è sempre presente Gesù».
L’Arcivescovo ha rivolto parole toccanti e sentite, ringraziando tutti e pregando per tutti.
Dopo la Santa Messa ho accompagnato monsignor Baturi, nei tre reparti Covid (nella zona verde) e attraverso un vetro ha potuto benedire la zona rossa Covid, regalando ad ogni reparto un quadro benedetto della Madonna.
Diciamo grazie soprattutto perché il Pastore ci ha fatto un bel dono: quello di aver celebrato in mezzo a noi, immerso nella quotidianità, immerso in questa cattedrale di sofferenza che è l’ospedale Marino.
Don Giuseppe Casu
Ospedale Marino – Covid
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