Una legge che interpella i cristiani

matrimonio2«Ogni crisi nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuore», si legge nella Amoris laetitia, l’esortazione post sinodale di papa Francesco. E la costituzione conciliare Gaudium et spes presenta «l’intima unione» tra Chiesa e mondo contemporaneo come comunione di «gioie e di speranze, di tristezze e di angosce». Queste espressioni ricordano le parole del consenso nuziale «nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia».

Di fatto, nel battesimo lo Spirito Santo immerge la Chiesa intera e ogni singolo cristiano nella sua vertiginosa vicinanza a ogni persona umana, a ogni popolo, a ogni istituzione civile. La Chiesa partecipa in modo forte all’amore nuziale che Gesù coltiva verso ogni persona, verso ogni popolo e istituzione. Come in ogni relazione d’amore crisi sono inevitabili.

Per molti cristiani quanto la Camera dei Deputati ha approvato l’11 maggio scorso implica una crisi forte in relazione al nostro Governo, al nostro Parlamento e alla nostra società.

Quale può essere «la buona notizia» che nasconde l’approvazione della legge «che istituisce l’unione civile tra due persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale», come recita l’articolo uno della legge Cirinnà e che regolamenta anche la vita comune di due persone di sesso diverso che non vogliono contrarre matrimonio?

Si tratta di «affinare l’udito del cuore» per scoprire i sensi pasquali che questa crisi dischiude di fronte a noi e dei quali lo Spirito di Gesù risorto e crocifisso vuole colmarci e arricchirci. «A partire da una crisi si ha il coraggio di ricercare le radici profonde di quello che sta succedendo», si legge ancora nell’Amoris laetitia. Conviene rendersi conto che l’Italia non è più una civiltà cristiana e la maggioranza democratica non cattolica approverà leggi che non sono in sintonia con la dottrina cattolica. È il dieci per cento della popolazione che frequenta la messa domenicale. Dopo ogni decennio il numero delle persone che si sposano in Chiesa diminuisce del 50 per cento. Un’alta percentuale di coloro che si sposano in chiesa non frequenta la Chiesa. Viviamo in un paese in cui noi cattolici siamo una minoranza. Chi riconosce questo dato di fatto può iniziare a instaurare la sua relazione con la società civile non a partire da pretese ancorate nel passato ma a partire da nuovi modi di comunicazione da creare e da inventare. La legge Cirinnà ci sveglia a una nuova consapevolezza cattolica, missionaria, comunicativa e ci dice una verità molto drammatica: l’istituzione «matrimonio cristiano» in Italia è in via di estinzione. Attraverso la legge Cirinnà lo Spirito Santo ci interpella sul come nelle nostre famiglie si vive, si parla della sessualità, della corporeità, del maschile, del femminile, dell’amore, della sua indissolubilità, della vita democratica, dei nostri fratelli omosessuali o di chi è diverso da noi. Che molti ragazzi tendono a definirsi «fluidi», vale a dire indecisi se essere uomo o donna, e non vogliono più contrarre matrimonio non può essere solo attribuito all’affermarsi della teoria del gender, favorita e promossa da lobbies globali e legislazioni mondiali ed europei. Il modello tradizionale di famiglia non prevede un linguaggio esplicito, costruttivo e intelligente che fa gustare la bellezza e i sensi della vita sessuale umana e cristiana, del maschile e del femminile, dell’amore e della tenerezza, del dialogo, della riconciliazione e della vita democratica. Attraverso la legge Cirinnà lo Spirito Santo ci spinge a riformare la famiglia, la mia famiglia.  Proprio questi aspetti papa Francesco descrive in modo straordinario nella sua Amoris laetitia. Ma il Papa afferma che «si tratta di generare processi» che hanno bisogno di tempo. Da più di due anni ci indica la cellula della Chiesa e della civiltà come luogo, come mistero, come fenomeno di cui scoprire le caratteristiche. Gesù attraverso la legge Cirinnà ci vuole far studiare la famiglia attuale, vale a dire far leggere Amoris laetitia.

Infine conviene riconoscere un merito diretto alla legge Cirinnà: nessun Papa, nessun vescovo, nessun movimento laico cattolico è riuscito a fare scendere così tante coppie in politica come con l’approvazione di questa legge. Molti bambini, il cui genoma chiede una mamma e un papà e l’indissolubilità del loro amore, le saranno grati.

Christian-M. Steiner

Responsabile regionale Ufficio pastorale familiare

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