Riflessioni a conclusione della Giornata mondiale dei Giovani, celebrata a Lisbona
Quando una carezza è capace di dare speranza.
Con questo numero sospendiamo le pubblicazioni per la consueta pausa estiva che, per la prima volta, inizia ad agosto, dopo una lunga marcia che ha preso il via quasi un anno fa, a fine agosto 2022, alla vigilia del Concistoro che ha creato cardinale l’Arcivescovo emerito Arrigo Miglio.
Tiriamo un po’ il fiato, perché è decisamente corto, dopo quasi un anno di pubblicazioni senza soste.
Era però importante seguire la Giornata mondiale dei Giovani e i nostri 220 partecipanti, ritornati stanchi ma gioiosi per quanto vissuto a Lisbona.
Lo si legge nei loro volti, nelle loro parole che pubblichiamo, nelle migliaia di foto e video che hanno documentato su internet ogni loro momento, una prassi consolidata per gli adolescenti di oggi e non solo per loro.
Sono stati giorni intensi, nei quali la mondialità si è manifestata in tutta la sua bellezza: suoni, colori, volti, persone di estrazione la più varia, convenuti per ascoltare un 86enne, che ha fatto loro una proposta seria: essere strumento di pace in un mondo segnato da conflitti, povertà, violenza, sfruttamento, degrado ambientale.
Proprio questo ultimo punto sembra abbia fatto storcere il naso a qualcuno, definendo l’appuntamento di Lisbona un po’ troppo «filo-ambientalista», nel quale le presunte «eco-ansie» sarebbero state fuori luogo, visto che gli strumenti così cari ai giovani sono tra quelli più inquinanti.
In realtà le cose stanno in maniera decisamente differente, perché i timori delle giovani generazioni sono più che fondati e la comunità scientifica da tempo rilancia l’allarme, finora inascoltato, sulla necessità di agire quanto prima per arginare la deriva del cambiamento climatico.
La bellezza delle Giornate vissute a Lisbona sta in ciò che ciascuno ha costruito, in quello che ha provato e condiviso, nel milione e mezzo di persone che in preghiera hanno affidato alla Madonna le proprie ansie e le proprie preoccupazioni, con Francesco che ha inviato a non fermarsi davanti alle cadute della vita.
«Camminare – ha detto – e, se si cade, rialzarsi; camminare con una meta; allenarsi tutti i giorni nella vita. Nella vita, nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù! Quindi, con questo gratis che abbiamo – l’amore di Gesù – e con la voglia di camminare, camminiamo nella speranza, guardiamo alle nostre radici e andiamo avanti, senza paura. Non abbiate paura».
Ora che le luci si sono spente, che ciascuno dei partecipanti è tornato alla propria quotidianità, dopo il meritato riposo, inizia il tempo per mettere in pratica ciò che è stato vissuto a Lisbona.
In particolare comunità, movimenti ed associazioni sono chiamate a mettersi in ascolto dei giovani che hanno vissuto la Gmg, offrendo loro la possibilità di portare avanti quanto sperimentato in Portogallo.
«Ci auguriamo – ha detto monsignor Baturi – ora che i nostri giovani sono rientrati, che siano protagonisti decisivi nella costruzione della comunità cristiana come casa accogliente e ospitale, impegnandosi a costruire un mondo nuovo».
Solo così la settimana trascorsa a Lisbona porterà i frutti sperati.
La gioia e l’entusiasmo dei giovani non vanno mortificati dall’ignavia o dall’immobilismo: le ragazze e i ragazzi devono diventare protagonisti nella vita delle comunità e compartecipi dei progetti pastorali.
Roberto Comparetti
Quando una carezza è capace di dare speranza.
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