La diocesi si appresta a vivere il giubileo dei ragazzi e lo fa scommettendo sull’età più difficile: i preadolescenti. Spesso fare attività di catechesi con i bambini o con i ragazzi delle superiori può essere più semplice e piacevole ma riuscire a coinvolgere i ragazzi di prima, seconda e terza media diventa un impresa titanica.
Gli anni delle medie rimangono quelli più difficili e, forse, «cruciali» per lo sviluppo dei ragazzi. Per questo l’Ufficio catechistico, in collaborazione con gli altri uffici diocesani impegnati nell’educazione, ha voluto dedicare l’evento proprio ai ragazzi che frequentano le scuole medie per incoraggiare innanzitutto i tanti catechisti e gli educatori che nelle nostre comunità si spendono con fede, senza riserve e tanto entusiasmo, nell’accompagnamento umano e spirituale dei più piccoli, soprattutto in quel periodo della vita caratterizzato da tante trasformazioni.
In questo triennio pastorale in cui la diocesi si sta particolarmente impegnando per i giovani, l’evento del Giubileo dei ragazzi può essere una ulteriore occasione per rilanciare la necessità di una maggiore unione e collaborazione tra famiglie e comunità parrocchiale. Dobbiamo sostenere, con la preghiera costante e le occasioni di formazione specifica, l’impegno dei catechisti che, nelle parrocchie, sotto la guida dei nostri sacerdoti, collaborano con i genitori per il bene dei più piccoli, vero tesoro e speranza del nostro futuro.
Sarà quindi un Giubileo dei ragazzi e dei loro catechisti, perché la catechesi è sempre un cammino fatto con qualcuno che ti accompagna e ti fa da testimone. Alla fine dei conti i temi di rilievo saranno proprio questi: l’importanza del cammino di iniziazione cristiana, l’amicizia con Gesù e la nostra testimonianza. Tutto questo parte da quanto Dio fa per noi, dalla sua iniziativa d’amore che non manca mai, come dice papa Francesco: «Gesù Cristo sempre è primo, ci primerea, ci aspetta, Gesù Cristo ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui stava già aspettando. Lui è come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera».
Il titolo scelto per l’evento di domenica pomeriggio, «Misericordiando. La misericordia è un dono per te», riassume bene questo gioco d’anticipo di Dio e ci darà la possibilità di far risuonare ancora una volta l’invito che il Papa stesso ha rivolto lo scorso 24 aprile durante il giubileo celebrato a Roma. Ai presenti in piazza san Pietro, idealmente rappresentanti di tutti i ragazzi del mondo, papa Francesco ha chiesto: «Volete accogliere l’invito di Gesù a essere suoi discepoli? Volete essere suoi amici fedeli?», spiegando poi chiaramente quali siano le fondamenta di questo incredibile rapporto: «Gesù non si scorda di farci ogni giorno un dono speciale. Non è un regalo da tenere materialmente tra le mani e da usare, ma un dono più grande, per la vita. Che cosa ci dona il Signore? Ci dona la sua amicizia fedele, che non ci toglierà mai. È l’amico per sempre, il Signore. Anche se tu lo deludi e ti allontani da Lui, Gesù continua a volerti bene e a starti vicino, a credere in te più di quanto tu creda in te stesso». Celebrare questa nostra amicizia con il Signore, con la grande festa giubilare, ci ricorderà la sfida missionaria a cui siamo chiamati: testimoniare con gioia quanto Gesù ha fatto e sta facendo per noi e dire a tutti che la sua porta non è socchiusa o sbarrata ma spalancata. Come quella porta che, centinaia di ragazzi, attraverseranno domenica pomeriggio in Cattedrale.
Alberto Pistolesi – Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile
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