Santissima Trinità (Anno B)
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Commento a cura di Ivan Garro
Mi colpisce notare che la Chiesa, nella domenica in cui fa una sosta nel suo cammino terreno per celebrare il mistero della Santissima Trinità, ci proponga dei testi – in particolare la prima lettura e il brano del Vangelo -, che parlino della vicinanza di Dio nei nostri confronti.
Non elevate speculazioni teoriche ma la concretezza della presenza di Dio al fianco del suo popolo, «quaggiù sulla terra».
Sì, perché in fondo è così che si è rivelato Dio nella storia della salvezza: facendosi vicino a noi, scegliendosi un popolo, prendendosene cura, assicurandogli la sua presenza fino a diventare uno di noi, il Dio-con-noi, l’Emmanuele (cf. Mt 1,23), fino a prometterci di restare per sempre al nostro fianco. Ma andiamo con ordine.
Siamo al termine del Vangelo secondo Matteo.
Solo quaranta parole – in greco -, ma particolarmente cariche di significato, come spesso accade quando si tratta delle ultime.
Pienamente legate a ciò che è successo in precedenza: quel soggetto, «gli Undici», ricorda la passione di Gesù, il dolore vissuto.
Ma il seguito fa subito riferimento anche al Risorto e all’appuntamento che egli aveva chiesto di trasmettere ai suoi: «in Galilea: là mi vedranno» (Mt 28,10).
Ed ecco l’incontro, finalmente!
Gli Undici lo vedono, si prostrano eppure dubitano.
Sembra proprio che per Matteo fede e dubbio camminino insieme.
E anche Gesù non sembra stupirsi: questa volta non li rimprovera, tantomeno cerca di confutare i loro dubbi con parole.
Probabilmente perché sa che nella nostra vita questa tensione non sarà mai risolta una volta per tutte, ma tornerà di tanto in tanto, forse a svegliarci, forse a impedirci di accomodarci, forse a rimetterci in cammino, forse a spingerci a pregare: «Signore salvami!» (cf. Mt 14, 30).
Sta di fatto che Gesù non dice nulla rispetto al loro dubitare, ma si avvicina e ancora una volta dà loro fiducia.
Che mistero!
Loro dubitano, ma Lui no.
Loro non hanno ancora tutto chiaro, eppure Lui li invia.
Forse così il Signore vuole insegnarci come si aiutano gli altri a crescere: dando loro fiducia, sostenendo il loro cammino.
Gesù sostiene i suoi con il suo potere di Risorto.
Ma badiamo bene, non un potere qualsiasi, non un potere come quello dei grandi del mondo, ma il potere di colui che è venuto per servire e non per essere servito, di colui che è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti (cf. Mt 20,28), perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (cf. Gv 10,10).
Con questo potere umile e allo stesso tempo più forte della morte, li invia a condividere con tutti quanto hanno ricevuto.
Loro che hanno camminato con Gesù, alla sua scuola, sono inviati perché altri possano incontrarlo, diventare suoi discepoli e così scoprire il volto del Padre nel suo, e ricevendo lo Spirito entrare a far parte della sua famiglia, per vivere da figli nel Figlio, per lui, con lui e in lui.
Ed ecco a questo proposito un’altra pennellata che Paolo dà alla solennità di oggi: il Mistero della Santissima Trinità non è qualcosa di esterno a noi, ma qualcosa in cui il Battesimo ci ha inserito, la vita in cui viviamo.
Non più una vita da schiavi, ma una vita da figli amati, una vita in Cristo, tanto da poter usare le sue parole nei nostri combattimenti: «Abbà! Padre!».
Ecco a cosa il Risorto chiama gli Undici e tutti noi.
Che missione!
Scoprire l’amore che sta all’origine di ogni cosa, all’origine della vita, per esservi immersi insieme ai fratelli e alle sorelle.
Con Lui al nostro fianco, per sempre.
Sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
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