Con grande gioia rivolgo a tutti voi il più cordiale e caloroso benvenuto da parte della Conferenza episcopale sarda, delle diocesi della nostra Regione e mio personale. Rinnovo un grazie sentito e sincero per la scelta di Cagliari e della Sardegna come sede di questa settimana sociale, una scelta, per certi aspetti, coraggiosa, poiché non mancavano esitazioni: l’isola è sempre l’isola e qualche disagio è purtroppo inevitabile, almeno al presente, ma speriamo sempre in un futuro che riduca al minimo indispensabile le difficoltà legate all’insularità e ai ritardi, anche se questi non,sono,esclusivi,delle,isole.
Sono certo che questa Settimana aiuterà tutti voi a conoscere meglio quanto la Sardegna ha di bello e di prezioso da offrire al resto del Paese. La bellezza della sua gente, delle sue tradizioni, della sua fede, ma anche la bellezza di luoghi e di ambienti ancora troppo poco conosciuti. Quanto scrive padre Francesco Occhetta sul Mezzogiorno ( Il Lavoro Promesso p. 136) vale anche per noi: «Portatori di una risorsa inestimabile… Una terra ricchissima di beni ambientali, artistici, culturali e spirituali ha un potenziale enorme ancora non pienamente sfruttato. Si riparte avendo come comune denominatore la valorizzazione del genius loci dei territori, combinando beni e servizi con arte, storia, cultura, paesaggio ed enogastronomia. Molto si sta già facendo da questo punto di vista ma ancora di più è possibile fare. Il contesto conta ed è per questo che le infrastrutture fisiche e virtuali devono migliorare. Se gli aeroporti hanno messo in moto lo sviluppo di alcune aree, l’infrastruttura ferroviaria resta una nota dolente. L’ infrastruttura virtuale deve rapidamente adeguarsi ai migliori standard europei se il nostro meridione vuole esse attrattivo per il turismo e per l’insediamento di imprese».
Potrei aggiungere che i chilometri di costa sarda ancora poco noti sono sempre troppi e che la ricchezza dei beni culturali, religiosi anzitutto, è impressionante. Molto importante sarà concretizzare e proseguire la collaborazione in questo campo tra Regione Sardegna e Conferenza episcopale regionale, che avrebbe come risultato da non sottovalutare anche la possibilità di non pochi posti di lavoro.
Nel 1957 la Settimana Sociale si occupò di Aspetti umani delle trasformazioni agrarie. Eravamo verso la fine degli anni cinquanta, in cui «più della metà degli italiani faceva l’operaio, una famiglia su due aveva un televisore e circolava un’ automobile ogni 36 abitanti, la maggior parte dei cittadini era consapevole che attraverso il proprio lavoro permetteva al Paese di produrre ricchezza e poteva aumentare il proprio tenore di vita. Si guardava al futuro con speranza» ( cfr. Il Lavoro Promesso p.121). Era ancora da considerare primario il lavoro della terra?
La scelta di quel tema fu dunque una bella scelta, ed è bella anche oggi e rientra senza forzature nel tema di questa settimana sociale. La terra é il patrimonio prezioso che il Signore ci ha consegnato, il Giardino dove ci ha posti per coltivarlo ed amministrarlo, con sapienza, e condividerlo con quanti vengono a conoscere questa terra. Percorrendo questo Giardino viene talora da pensare che il Signore abbia voluto conservare un angolo di quel Giardino dal quale cacciò Adamo ed Eva dopo la disobbedienza, un angolo che ci lascia intuire quanto fosse bello tutto il Giardino da lui piantato in Eden (Gen.2,8). Per questo il Messaggio che la Conferenza episcopale regionale ha rivolto alle nostre diocesi poche settimane fa ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro in questo ambito.
Il mondo dei giovani è l’altro Giardino che il Signore ci chiede di coltivare con particolare cura, fiori che si van facendo rari, fiori da esportazione, cioè emigrazione. È l’altro ambito che vorremmo tenere particolarmente presente in questa occasione, sollecitati anche dall’iniziativa di papa Francesco di dedicare a loro in particolare, al loro rapporto con la fede e al loro discernimento vocazionale, il prossimo sinodo mondiale dei vescovi che si terrà tra un anno. Guardare specificatamente ai giovani significa ascoltare le loro domande, sostenere i loro progetti, favorire le condizioni che permettano un vero discernimento per le loro scelte di vita.
Ci aspettiamo molto dunque da questa Settimana Sociale e siamo certi di non restare delusi, perché molto abbiamo già ricevuto dal cammino di preparazione vissuto uniti a voi, nelle diocesi sarde e nella Facoltà teologica, e dalla vostra presenza qui in questi giorni.
Arrigo Miglio – Vescovo
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