Don Tonio Tagliaferri: «Ringrazio per quanto ricevuto» Parla il parroco fondatore di santo Stefano in Quartu

Tonio TagliaferriUn traguardo importante quello raggiunto dalla parrocchia quartese di santo Stefano.

Festeggiare infatti 50 anni di vita rappresenta una tappa significativa per il cammino di una comunità parrocchiale. Soprattutto se tutto il percorso fatto dal 28 ottobre 1967 a oggi è stato compiuto con lo stesso parroco.

Don Tonio Tagliaferri, 85 anni, sacerdote dal 1959, era stato inviato dall’allora vescovo Paolo Botto nella zona ovest di Quartu Sant’Elena dopo sette anni come vice-parroco a Serramanna. Come già stava accadendo a Cagliari e nei centri vicini, anche Quartu iniziava a estendere i suoi confini fino a farla diventare la terza città della Sardegna. Si era pertanto resa necessaria l’edificazione di nuove parrocchie per dare un luogo di culto, ma anche di aggregazione, agli abitanti dei nuovi quartieri cittadini.

Don Tonio è stato autentico testimone di questi primi 50 anni di vita: sabato scorso ha ringraziato il Signore per il dono del sacerdozio e per tutti questi anni trascorsi in mezzo alla comunità di Santo Stefano. «Gli anniversari si celebrano anzitutto ringraziando il Signore – afferma don Tonio – che distribuisce grazia, forza e anche l’inventiva nell’operare. E questo è stato il filo conduttore di questi 50 anni. Certamente tanti, ma, avendoli proposti in un’ottica direi quasi missionaria, credo di aver potuto godere di questa ricchezza e di averla anche potuta trasferire a tutta questa comunità. Quando ho iniziato questa esperienza pastorale mi sono subito reso conto di essere stato chiamato a operare in un contesto caratterizzato da una rapida espansione, dove si tendeva a superare quello che, un tempo, era definito il limite naturale della città, cioè il viale Colombo. Oggi possiamo definire con assoluta certezza che quella sagace intuizione di monsignor Botto, allora vescovo, di realizzare una nuova parrocchia in un territorio in espansione, era stata davvero straordinaria, in modo da essere pronti a ricevere i fedeli man mano che si sarebbero trasferiti nelle zone di nuova urbanizzazione».

In quegli anni la parrocchia era lontana dall’essere costruita e le celebrazioni si svolgevano in un capannone oggi demolito, realizzato nella stessa area, dove si sarebbe poi edificata l’attuale chiesa parrocchiale, resa agibile negli anni ‘80 e dedicata nel 2000 a Santo Stefano protomartire. «A 50 anni di distanza – evidenzia don Tonio – posso dire che si è trattata davvero di una piccola ma grande avventura. Al mio arrivo la comunità contava tra le 1.500 e le 2.000 persone, con le case che  gravitavano intorno al viale Colombo ma non si spingevano ancora oltre la zona dello stagno. Ricordo ancora con grande emozione quando, all’indomani di una visita pastorale compiuta da monsignor Botto a Serramanna, mi aveva convocato per dirmi che avrei avuto da lui l’incarico di fondare una nuova parrocchia a Quartu Sant’Elena: ricordo di avere avuto un po’ di sgomento, ma, allo stesso tempo, ero felice per questa nuova avventura che avevo completamente messo nelle mani dello Spirito».

Martedì non è stato un giorno qualsiasi per questa comunità parrocchiale: dopo 50 anni infatti don Tonio ha lasciato la parrocchia per ritirarsi a vita privata. Il vescovo Arrigo Miglio ha presieduto infatti la celebrazione eucaristica presentando il nuovo parroco don Giulio Madeddu, già vice-parroco in questa comunità dal 1995 al 1998 e dal 2000 al 2004. Un momento di festa per i primi 50 anni di vita della parrocchia, ma anche di profonda commozione per il saluto che don Tonio ha rivolto a quella che è stata e sarà la sua seconda famiglia.

Andrea Pala

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