Uno sviluppo capace di ridurre le migrazioni forzate

Il tema del convegno in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

Anche i dati lo certificano: la Sardegna non è una regione capace di attrarre gli stranieri e anche Cagliari non fa eccezione, dove le persone di nazionalità estera non arrivano alle 9mila unità.

Si tratta per la maggior parte di filippini, molti al servizio delle famiglie cagliaritane, di ucraini, fuggiti dalla guerra e ospiti sia di strutture che di famiglie e naturalmente di cinesi, i quali operano nel settore del commercio e della ristorazione.

Sono alcuni degli elementi emersi nel corso del convegno svoltosi nell’Aula consiliare del comune di Cagliari, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che aveva per tema «Liberi di scegliere se migrare o restare», organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes.

Il convegno ha avuto come relatrice Caterina Boca, di Caritas italiana, che ha confermato come il nostro Paese sia sempre meno attrattivo per chi viene da fuori ma risulta essere lontano dai desideri degli stranieri, i quali giungono in Italia come primo approdo per poi cercare di arrivare ne resto d’Europa, spesso perché hanno già residenti parenti e familiari.

Il tema scelto dal Papa per la 109ma Giornata del migrante e del rifugiato pone al centro il diritto alla scelta.

Un concetto confermato anche dal professor Gianluca Borzoni, docente di storia delle relazioni internazionali all’Università di Cagliari, secondo il quale «Francesco con il suo messaggio, richiama a garantire uno sviluppo capace di ridurre sempre più le migrazioni forzate». 

Sono proprio queste ultime a provocare i flussi meno sicuri e gestiti dalla criminalità organizzata. 

Per questo occorre agire sulle cause che provocano la fuga di tante persone, che lasciano affetti e case, in cerca di migliori condizioni di vita.

Un ruolo fondamentale nel complesso fenomeno migratorio lo svolge la Chiesa che da sempre è in prima linea nel venire incontro alla disperazione dei migranti.

Anche la diocesi di Cagliari opera per dare conforto e aiuto a chi bussa alle porte delle chiese, attraverso la Caritas.

Lo ha confermato anche monsignor Giuseppe Baturi, nel corso dei lavori del convegno, evidenziando come la Chiesa sia mobilitata per garantire accoglienza, protezione e inclusione.

Da anni questo lavoro viene portato avanti, nel silenzio, senza grandi clamori, offrendo risposte a chi ha lasciato tutto ciò che aveva per provare a ripartire.

Uno sviluppo capace di ridurre le migrazioni forzate.

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