L’Arcivescovo ha incontrato i giovani del Servizio Civile in Caritas
Il bisogno è un punto di accesso al cuore dell’altro.
L’arcivescovo, Giuseppe Baturi, nei giorni scorsi ha incontrato i giovani che da circa un mese hanno iniziato l’esperienza di Servizio civile nella Caritas diocesana, grazie ai sei progetti approvati nell’ambito dell’ultimo bando.
I giovani sono impegnati in diversi servizi della stessa Caritas ma anche in altre realtà diocesane.
Nelle loro testimonianze, la gioia e la soddisfazione per l’esperienza intrapresa.
Tra i progetti, «Educare alla solidarietà Cagliari», in cui i giovani portano avanti attività di educazione alla mondialità, e presto saranno impegnati anche nelle scuole.
«Stiamo preparando i progetti – racconta Alice -che ci vedranno impegnati il prossimo anno scolastico: sono contenta di aver fatto questa scelta, la realtà ha superato le aspettative».
Irene è impegnata nel Centro d’ascolto diocesano: «Questa esperienza mi sta facendo crescere: ogni giorno ascolto storie difficili, alcune colpiscono più di altre: persone che talvolta all’improvviso vivono una situazione di disagio».
Chiara è impegnata nell’oratorio della parrocchia Sant’Eulalia: «Ho iniziato un po’ dopo rispetto ai miei compagni, piano piano mi sto inserendo bene nel servizio. Con i bambini occorre pazienza, è una bella esperienza che arricchisce».
Tra le realtà di servizio, anche il Centro diurno per disabili dell’OAMI: «La relazione con queste persone – racconta Natalia – richiede molto impegno, per potersi capire reciprocamente. Ce la sto mettendo tutta, ma vorrei poter fare ancora di più. È un’esperienza molto bella, sto cercando di entrare in punta di piedi nella loro vita, di imparare ad ascoltarli con il cuore e la mente».
Giuliana, origini peruviane, è impegnata nel Centro d’ascolto per stranieri Kepos: «Sono contenta perché posso aiutare le persone immigrate: io stessa so bene quanto sia difficile integrarsi in un altro paese, rifarsi una vita altrove».
Ad ascoltarli il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai e l’Arcivescovo: «Incontrerete tante persone – ha detto monsignor Baturi – avrete a che fare con i loro bisogni: importante, affinché ci sia un vero incontro, che il bisogno sia un punto di accesso al cuore dell’altro».
E lo stesso incontro con l’altro «ci pone davanti a noi stessi, ci dà la possibilità di conoscerci, capire i propri talenti e limiti».
Ancora, l’Arcivescovo ha ricordato il senso della comunità: «Il servizio, che per alcuni di voi coincide con la prima esperienza lavorativa, costituisce un modo per inserirsi nella comunità e per contribuire al suo sviluppo, dando il proprio apporto, mettendo a disposizione tempo e competenze».
Maria Chiara Cugusi
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