La figura del giudice al centro di un convegno della Caritas diocesana
«Carità e giustizia tra fede e legalità. Il Giudice Rosario Livatino».
È stato questo il tema del convegno promosso dalla Caritas diocesana, in collaborazione con la Consulta diocesana degli organismi socio-assistenziali e delle associazioni di volontariato, con la pastorale diocesana penitenziaria, con quella giovanile e con l’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica.
Una giornata alla quale hanno partecipato i rappresentanti del mondo giudiziario, insieme ai ragazzi delle scuole superiori la figura del giudice Rosario Livatino, morto giovanissimo in Sicilia, ucciso dalla mafia.
In un video messaggio monsignor Baturi ha ricordato come «il giudice Livatino si erga ad esempio di legalità, di lavoro per la giustizia, di uomo di fede».
«Anzi, dalla fede traeva ragione per il proprio impegno civile, una fede non disincarnata ma che, attraverso la sua professione, diventava possibilità di una vita nuova».
Numerosi gli interventi qualificati nei quali è stata ribadita la necessità di una giustizia dal volto più umano e più giusto, come affermava lo stesso Livatino.
Nella mattinata la sessione dal titolo «A scuola da Rosario Livatino», dedicata ai ragazzi coinvolti durante l’anno scolastico nei percorsi educativi alla legalità, mondialità, giustizia e pace, portati avanti dalla Caritas diocesana.
La sessione pomeridiana aveva al centro il tema «Carità e giustizia tra fede e legalità», con il coinvolgimento del mondo giuridico: dai giudici agli avvocati, passando per la pastorale carceraria, giovanile e gli insegnanti di religione cattolica.
A margine delle due sessioni la mostra «Sub Tutela Dei, il Giudice Rosario Livatino», già esposta all’ultimo Meeting di Rimini e curata dall’avvocato Paolo Tosoni, intervistato per l’occasione.
Il servizio completo della Giornata sul numero in uscita mercoledì 10 maggio.
Livatino uomo di fede, esempio di legalità.
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