L’Arcivescovo emerito di Cagliari riceverà la berretta cardinalizia il 27 agosto
Si racconta che il compianto cardinale Luigi De Magistris, alla notizia della creazione a cardinale, abbia chiesto di riferire al Papa di dispensarlo dall’incarico: era un fulmine a ciel sereno.
La stessa sensazione di incredulità l’ha vissuta domenica scorsa monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari, quando il Papa ha annunciato il prossimo Concistoro con la creazione di 21 cardinali, tra i quali anche lui.
Una notizia che ha rallegrato i tanti che lo hanno conosciuto, che hanno collaborato con lui, e che da lustro anche alla nostra Diocesi.
«La scelta di Papa Francesco – scrive nel Messaggio di auguri monsignor Giuseppe Baturi – oltre riconoscere la profonda dedizione pastorale e la genuina fedeltà alla Chiesa vissuta dal caro confratello nell’episcopato, onora la Chiesa cagliaritana che ha potuto apprezzarne le doti e la sensibilità».
La dedizione pastorale e la fedeltà sono elementi che segnano il ministero del neo porporato.
Monsignor Miglio creato cardinale.
Essere cardinale di Santa Romana Chiesa significa essere primi collaboratori del Papa, mettersi al suo completo servizio, tanto che il colore dell’abito cardinalizio è il rosso, a simboleggiare la disponibilità anche al martirio.
Monsignor Miglio ha sempre incentrato sulla semplicità i rapporti e anche da cardinale manterrà questo approccio, quello del pastore tra le pecore.
Il Concistoro del 27 agosto sarà il più affollato tra quelli convocati da Francesco: 21 cardinali dei quali 5 non elettori.
Questi ultimi sono vescovi che hanno superato gli 80 anni e, come previsto dalle disposizioni sull’elezione del nuovo Papa, non possono partecipare al conclave, come invece accade per i cardinali elettori.
L’ultimo Concistoro risale al 28 novembre del 2020.
Allora Francesco aveva creato 13 nuovi cardinali, di cui 9 elettori e 4 non elettori.
Monsignor Miglio creato cardinale.
Nell’omelia della celebrazione Eucaristica, il Papa prese spunto dal Vangelo di Marco per ricordare ai neo porporati che « la strada è l’ambiente in cui sempre si svolge il cammino della Chiesa: la strada della vita, della storia, che è storia di salvezza nella misura in cui è fatta con Cristo, orientata al suo Mistero pasquale. Gerusalemme è sempre davanti a noi. La Croce e la Risurrezione appartengono alla nostra storia, sono il nostro oggi, ma sono sempre anche la meta del nostro cammino».
«Questa Parola evangelica – disse ancora il Pontefice – ha accompagnato spesso i Concistori per la creazione di nuovi Cardinali. Non è solo uno “sfondo”, è una “indicazione di percorso” per noi che, oggi, siamo in cammino insieme con Gesù, che procede sulla strada davanti a noi. Lui è la forza e il senso della nostra vita e del nostro ministero».
Ecco allora la via tracciata per i cardinali.
«Cari Fratelli, tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo, ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada. Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con Lui, ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada. Pensiamo a tanti generi di corruzione nella vita sacerdotale. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai di essere soltanto “l’eminenza”. Quando tu sentirai questo, sarai fuori strada».
Attendiamo le nuove indicazioni che il Papa fornirà ai neo cardinali, valide anche per ciascun credente, chiamato a testimoniare la fede.
Roberto Comparetti
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