Penso dunque voto

Le elezioni di sabato e domenica richiamo ciascuno al proprio diritto e dovere

(Foto SIR/Marco Calvarese)

Penso dunque voto.

Quando avrete questo numero in mano probabilmente sarà già il momento di andare a votare, sia per le amministrative, che interessano sei comuni della diocesi, sia per il rinnovo del Parlamento europeo

Secondo i ben informati però, pare molti diserteranno le urne e che il dato sull’affluenza del 50 per cento, registrato nel 2019, non verrà raggiunto.

Ci auguriamo che queste novelle Cassandre siano smentite.

Se pur negli ultimi anni la partecipazione al voto è in continuo calo, occorre ricordare che spetta a ogni cittadino esercitare il diritto-dovere del voto.

La posta in gioco è molto alta: a Strasburgo si decidono molte delle cose che ci riguardano e per questo occorre scegliere chi dovrà rappresentare le nostre istanze. 

Sul tema del voto e sulla visione di Europa, lo scorso 9 maggio il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, e quello della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea, monsignor Mariano Crociata, hanno pubblicato una lettera indirizzata proprio all’Europa.

Nel testo i due presidenti chiedevano di avere ideali comuni e valori condivisi, mettendo al bando i nazionalismi.

«Ti scriviamo  – si legge nel testo – perché abbiamo nel cuore un desiderio: che si rafforzi ciò che rappresenti e ciò che sei, che tutti impariamo a sentirti vicina, amica e non distante o sconosciuta. Ne hai bisogno, perché spesso si parla male di te e tanti si scordano quante cose importanti fai!».

«Durante il Covid – prosegue la lettera – lo abbiamo visto: solo insieme possiamo affrontare le pandemie. Purtroppo, lo capiamo solo quando siamo sopraffatti dalle necessità, per poi dimenticarlo facilmente! Così, quando pensiamo che possiamo farcela da soli finiamo tutti contro tutti».

Il testo ricorda poi come il Vecchio Continente sia stato per secoli terreno di scontro.

«Tutti i sogni di pace si sono infranti sugli scogli di guerre, le ultime quelle mondiali, che hanno portato immense distruzioni e morte».

Ma qualcuno ha pensato in maniera diversa.

«C’è stato chi ha creduto – scrivono i due – che le nazioni non fossero destinate a combattersi, che dopo tanto odio si potesse imparare a vivere assieme.

Tra quelli che ti hanno pensata e voluta non possiamo dimenticare Robert Schuman, francese, Konrad Adenauer, tedesco, e Alcide De Gasperi, italiano: animati dalla fede cristiana, essi hanno sentito la chiamata a creare qualcosa che rendesse impossibile il ritorno della guerra sul suolo europeo».

Da questa idea è nata la Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, un accordo economico del 1951, apripista per la futura Unione Europea. 

Secondo un sondaggio i giovani dai 18 ai 35 anni sono quelli che più di altri credono nell’Unione Europea, grazie alla quale hanno potuto sperimentare la bellezza dell’incontro di usi, costumi, lingue e culture diverse.

Una possibilità di arricchimento.

Per questo è necessario votare e dare un’indicazione chiara, tralasciando le sirene di chi ha utilizzato il tempo della campagna elettorale per denigrare le istituzioni e l’idea di un’Europa unita.

Le ultime settimane sono state segnate da un degrado istituzionale e politico, culminato con le invettive lanciate nel giorno della Festa della Repubblica: un’indegna gazzarra che conferma quale sia il livello dei rapporti, sempre più deteriorati.

Occorre recuperare il senso delle Istituzioni che, al di là di chi le rappresenta, sono patrimonio di tutti e vanno sempre salvaguardate, anche da una certa stampa che ha la clava in mano.

Penso dunque voto.

Roberto Comparetti

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico